Lo ha affermato una sentenza della Corte di Cassazione (n. 26138) depositata l'8 luglio 2010
Sorge responsabilità penale per fatture false anche se non c'è evasione fiscale: lo ha affermato una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26138) depositata l'8 luglio 2010. In particolare, su ricorso proposto un imprenditore, (imputato in quanto aveva fatturato 133 mila euro di fatture false, relative ad operazioni inesistenti, o meglio non ancora poste in essere all'epoca dell'emissione delle fatture, per conto un'altra società di cui era amministratore) la Corte, dopo aver dichiarato il ricorso manifestamente infondato ha stabilito che "il decidente ha, dunque, correttamente ritenuto integrato anche l'elemento soggettivo del reato rilevato che l'evasione di imposta non è elemento costitutivo della fattispecie incriminatrice del delitto di emissione di fatture per operazioni inesistenti, ma configura un elemento del dolo specifico normativamente richiesto per la punibilità dell'agente, in quanto per integrare il reato è sufficiente che l'emittente di fatture si proponga il fine di consentire a terzi la evasione delle imposte sul reddito o sul valore aggiunto, ma non anche che il terzo consegua effettivamente la evasione. La circostanza che non sia stato ottenuto alcun rimborso dell'imposta sul valore aggiunto
e che, in ipotesi, fosse giuridicamente scorretta la domanda avanzata a tal fine in base alla normativa vigente, non esclude la finalità della condotta diretta a consentire alla società collegata la evasione di imposte, perché è sufficiente che il reo agisca con la intenzione di consentire ad un terzo di evadere le imposte sul reddito o sul valore aggiunto ed è del tutto irrilevante che quest'ultimo effettivamente consegua o tenti di conseguire l'indebito rimborso".

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