Lo ha stabilito la Cassazione con sentenza n. 24814 del 1° luglio 2010
L'avvio del procedimento di regolarizzazione della badante preclude l'applicazione dell'arresto. La Suprema Corte, chiamata a pronunciarsi sul caso in esame, ha ritenuto di poter accogliere le motivazioni spiegate dalla ricorrente con la propria impugnativa e con sentenza n. 24814 del 1° luglio 2010, la prima sezione ha annullato, senza rinvio, l'ordinanza con cui il giudice del Tribunale di Milano aveva convalidato l'arresto
in flagranza di una donna straniera indagata per il reato di permanenza illegale sul territorio dello Stato. La donna nel proprio motivo di gravame si era opposta a questa decisione adducendo a sostegno della propria tesi difensiva che già in epoca antecedente all'arresto, aveva presentato, unitamente al proprio datore di lavoro,come previsto dalla legge n. 102/09 sulla sanatoria per le badanti e lavoratrici domestiche, domanda di emersione dal lavoro irregolare. Fatti dei quali erano stati immediatamente informati tanto i carabinieri che avevano proceduto all'arresto quanto in giudice procedente. Secondo gli ermellini la sospensione del procedimento penale previsto dalla speciale normativa fino alla definizione della procedura amministrativa di emersione dal lavoro irregolare per determinate categorie di lavoratori stranieri implica l'automatica sospensione del procedimento penale per determinati reati fino alla definizione della procedura e la convalida di arresto deve essere ricompresa tra gli atti penali soggetti alla sospensione

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