Incisa Valdarno, Toscana; luoghi civilissimi ed amabili, sino ad oggi noti per aver dato i natali al babbo di Francesco Petrarca, soprannominato "Serpetracco dell'Incisa", posti che, però, balzano d'improvviso agli onori della cronaca giudiziaria per una brillante operazione della Guardia di Finanza di Firenze. Massimo GRAMELLINI, si sa, è tra i pochi esseri umani che se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. L'eclettico corsivista oggi presenterà al Salone del Libro di Torino il suo romanzo d'esordio (senza lieto fine) "L'ultima riga delle favole": auguroni, sarà un successo! Il suo box di prima pagina intitolato "Buongiorno" è come la briosche fragrante con il cappuccino cremoso (per cortesia, niente bollicine, soltanto crema di latte), ma quello pubblicato su La Stampa del 13 maggio 2010 intride il cuore: va bene ogni giustificazione per i giovani che patiscono il disagio sociale e personale causato dalla penuria di lavoro, ma in Italia siamo davvero arrivati al paradosso. State un pochino ad ascoltare Gramellini: che "alcuni furbastri importino degli aspirapolveri a trecento euro" e "li rivendano in nero a quattromila", beh ci può anche stare: se uno è così beota (con mille scuse per gli originari della Beozia, tra i quali tipi del calibro di Pindaro, Esiodo, Democrito ed Epaminonda) che abbocca, son cavoli suoi e che allora si compri anche la Fontana di Trevi del memorabile brano filmico di Totò. Ma in Italia ora succede qualche cosa di molto più grave ed allarmante: gli aggeggi, fabbricati negli Stati Uniti ed approdati in Italia tramite una società tedesca, dei banalissimi aspirapolvere (Gramellini erra nell'adoperare un plurale con -i finale che non esiste: il vocabolo è invariabile ed è un composto di aspirare e polvere), vengono pomposamente ribattezzati "presidio medico elettromedicale anti-acaro"; insomma è sempre la solita storia dei cani che diventano "unità cinofile" del libro-film "Così parlò Bellavista" di De Crescenzo. Senonché, sale il prezzo "in nero a quattromila euro, pensando di farla franca", racconta Gramellini.
Fra gli oggetti sequestrati nel corso dell'indagine all'atto della prima perquisizione nella ditta anche un frustino e cartelli del tipo: "Le persone di successo fanno ciò che i falliti non amano fare. Non dimenticare mai chi siamo: i migliori". Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla frode fiscale. Addirittura "i giovani venditori venivano convinti a piazzare i primi aspirapolveri presso i parenti. Assumere il figlio a frustate per truffare i suoi genitori: è questa l'imprenditoria del nuovo medioevo italiano?" si domanda il graffiante corsivista dell'autorevole quotidiano diretto da Mario Calabresi. Gli ingredienti ci sono tutti: "la furbizia, l'evasione fiscale, il rincoglionimento pubblicitario e la scopiazzatura grottesca dei modelli americani". Ma la Famiglia? Quella che Gramellini definisce con ironia alla sicula "Famigghia", l'istituzione fondante della società umana cui si àncora la Nazione, no! Vuoi vedere ch'è preferibile tenersi in casa gli animaletti microscopici demonizzati che rispondono al nome di ACARI? Magari tra vent'anni ci diranno che sono una panacea per gli allergici: del resto la banalissima influenza di qualche mese fa non era mortale? Non ci siamo infagottati di scorte di vaccini per i prossimi trecento anni, scorte che stiamo biecamente tentando di rivendere ai Paesi del Terzo Mondo? Non so con precisione quale sia il reale nutrimento degli acari. Ho anzi il timore che i miei stiano deperendo. Chissà se non sia il caso di preparare anche per loro dei succulenti piatti come si fa per gli altri animali domestici. A proposito, sapete come si chiama la città pacificamente riconosciuta nelle guide come la più pulita di tutto lo sterminato Brasile? Un posto incantevole a circa duecento chilometri da Natal: ACARI.
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