La Sezione Tributaria della Corte di Cassazione (Sent. n. 23778/2009) ha stabilito che non deve versare l'Irap il commercialista che spende qualche migliaio di euro l'anno in consulenze di supporto alla sua attività professionale. Nel caso di specie, la Corte ha osservato che "l'accertamento compiuto dal giudice di merito concerne sia la natura dell'attività svolta da tali soggetti in favore della contribuente, qualificata come ‘consulenza', sia la modalità dell'attività medesima, definita ‘occasionale e particolare': ne consegue che un tale accertamento di fatto non sembra potersi ritenere, anche in considerazione dell'entità complessiva della somma corrisposta, inadeguatamente motivato (né la ricorrente Agenzia fornisce decisivi elementi fattuali, pretermessi dal giudice di merito, che avrebbe potuto indurlo a diversa conclusione)".
Con questa decisione la Corte ha ritenuto manifestamente infondato il ricorso con il quale si lamentava che il Giudice d'appello ha qualificato di natura occasionale i rapporti di collaborazione di cui la contribuente si è avvalsa nell'anno in contestazione, per i quali ha corrisposto complessivamente a tre soggetti circa ".

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