Anche un matrimonio di soli sette giorni può bastare per far sorgere il diritto al mantenimento e ciò anche se il matrimonio non è stato consumato. Parola di Cassazione. La prima sezione civile della Corte (sentenza 2721/2009) ha stabilito infatti che ciò che conta non è tanto la durata delle nozze e dell'intimità, ma la differenza di reddito tra i due partner. Per tale motivo se dopo la separazione il tenore di vita di lei e risulta deteriorato lui dovrà comunque mettere mano al portafoglio. IL caso esaminato dalla Corte riguarda un matrimonio
che era terminato dopo appena una settimana. La moglie se n'era andata di casa negandosi a qualsiasi rapporto intimo. IN primo grado, il tribunale di Bologna, aveva respinto ogni richiesta economica avanzata dalla donna mentre la Corte d'Appello, aveva posto a carico del marito un assegno di € 250 mensili considerando che il fatto della mancata consumazione delle nozze e dell'estrema brevità della convivenza non fossero circostanze idonee a cancellare la disparità di reddito tra i due. Il caso è finito in Cassazione dove l'ex marito faceva notare che un matrimonio in bianco durato appena una settimana non poteva essere sufficiente a far sorgere doveri di mantenimento da parte sua. I supremi giudici però hanno respinto il ricorso evidenziando che 'la Corte d'Appello di Bologna non si é limitata a contestare il criterio dell'estrema brevità della convivenza famigliare adottato dal giudice di primo grado, ma si è soffermata sull'analisi dell'adeguatezza, o no, dei mezzi della moglie, raffrontandone il tenore di vita in costanza di matrimonio
con quello successivo alla separazione pervenendo alla conclusione correttamente motivata sulla base della sensibile disparità dei redditi, del suo deterioramento sopravvenuto al divorzio'. Del resto spiega la Corte i giudici di merito hanno considerato che si è trattato di nozze lampo visto che l'assegno è stato erogato in misura molto inferiore a quanto richiesto In conclusione, anche per sette giorni di matrimonio andato in bianco l'ex marito dovrà sborsare 250 euro al mese oltre che rimborsare alla sua ex le spese processuali.

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