Deve essere riconosciuto il diritto ad un maxi risarcimento ai sindaci che hanno subito ingiustamente un arresto. Lo afferma a chiare note la Corte di Cassazione che ha accordato un risarcimento di ben 11 mila euro per 26 giorni di detenzione ingiustamente subiti da un sindaco. IL primo cittadino era stato coinvolto in un'indagine per reati di corruzione propria passiva e di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento dalla prostituzione. Tutte le accuse sono poi venute meno e il procedimento veniva archiviato. Dopo l'arresto
il sindaco era rimasto per 15 giorni in carcere e per altri 11 agli arresti domiciliari. Per tale ingiusta detenzione la Corte d'Appello di Milano aveva disposto un risarcimento di 11.000 euro. Contro la decisione il Ministero dell'economia delle finanze si è rivolto alla Cassazione sostenendo che la corte d'appello non avrebbe potuto attribuire un indennizzo ulteriore rispetto a quello previsto dal ministero della giustizia per l'ingiusta detenzione, Respingendo il ricorso la quarta sezione penale della Corte (sentenza 4177/2009) ha però evidenziato che il maxi risarcimento deve considerarsi legittimo avendo la detenzione colpito "un soggetto che esercitava funzioni di sindaco e che si era visto costretto a dare le dimissioni, e aveva poi trovato rilevanti ostacoli per una parallela attività lavorativa e che era stato coinvolto in una violenta campagna di stampa".

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