Il detenuto agli arresti domiciliari può allontanarsi per accompagnare la moglie a partorire, ma l'allontanamento dall'abitazione dove si e' costretti deve essere circoscritto al solo 'accompagnamento' in ospedale. Enunciando questo principio la Corte (sentenza 44969/2008) ha confermato la sentenza di condanna rilevando che l'uomo non si era limitato ad accompagnare la sua convivente, in attesa di un figlio, all'ospedale, ma era anche andato all'anagrafe per denunciare la nascita. Quella piccola "deviazione" gli era costata la condanna a 4 mesi di reclusione inflittagli dalla Corte d'Appello di Torino per il reato di allontanamento dal luogo dei domiciliari. Ricorrendo in Cassazione il detenuto ha sostenuto di essere stato 'anticipatamente autorizzato ad allontanarsi dall'abitazione' per accompagnare la compagna partoriente. La Corte ha respinto il ricorso facendo notare che 'l'imputato
disponeva di un'autorizzazione di contenuto estremamente ridotto e limitato e prevedeva la possibilita' di allontanamento dai domiciliari per il solo tempo strettamente necessario ad accompagnare la moglie in ospedale il giorno del parto, e neppure per trattenersi in ospedale per il tempo del parto'. Colpevole dunque, secondo la Cassazione, non avendo l'imputato 'alcuna necessita' di recarsi immediatamente all'anagrafe per la dichiarazione di nascita del figlio'.

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