Per redigere riviste di settore specializzate non c'è bisogno della figura del giornalista e pertanto è possibile non applicare al personale dipendente il contratto collettivo giornalistico. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Corte di Cassazione (sentenza 28519/2008) che ha respinto un ricorso dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia contro il quotidiano economico 'Il Sole 24 Ore". L'Ordine dei giornalisti della Lombardia aveva avviato azioni legali contro il quotidiano della Confindustria al fine di accertare che il periodico settimanale dal titolo 'Guida al lavoro' avesse natura giornalistica e che, di conseguenza, l'azienda avesse l'obbligo di utilizzare per la realizzazione di questo periodo solo personale giornalistico regolarizzato in base al Ccnl. In prima istanza il Tribunale aveva dato ragione all'Ordine ma il verdetto è stato ribaltato dalla Corte d'Appello di Milano e ora la Corte ha messo la sua parola definitiva. Piazza Cavour infatti, ha respinto il ricorso dell'Ordine richiamando l'art. 28 della legge professionale del 1963 n. 69, ha rilevato che 'la realizzazione delle pubblicazioni' relative a riviste specializzate può 'avvenire senza l'ausilio di personale giornalistico e quindi senza che al personale dipendente debba applicarsi il contratto collettivo
giornalistico'. Piazza Cavour ha pienamente condiviso il giudizio di merito secondo il quale 'la circostanza che 'Guida al lavoro' non sia distribuito in edicola, ben puo' contribuire ad escludere la natura giornalistico-divulgativa della pubblicazione, proprio per la sua attitudine ad evidenziare come la platea dei lettori, potenziali fruitori della pubblicazione, non sia di pubblico indifferenziato, ma piuttosto una limitata categoria di operatori professionali, interessati agli approfondimenti e all'aggiornamento costante in materia giuslavoristica garantito dal periodico, e quindi disponibili ad acquistarlo in regime di abbonamento'.

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