Via libera dalla Cassazione alla costituzione di parte civile dell'amministrazione comunale nei processi per abusi sessuali contro le donne. Secondo Piazza Cavour (sentenza 38835/2008) questi abusi arrecano danno economico e morale anche al Comune in cui si sono verificati e questo legittima a costituirsi parte civile
in processo per violenza sessuale. I Comuni infatti possono richiedere "il risarcimento dei danni morali e materiali relativi all'offesa, diretta e immediata, dello scopo sociale. Sulla scorta di tale principio la Corte ha accolto il ricorso del Comune di Roma a cui la Corte d'ppello aveva negato il diritto al risarcimento del danno in relazione ad un episodio di violenza sessuale avvenuto ai danni di una 69enne straniera. La donna era stata vittima di una violenza sessuale ad opera di un giovane di 31 anni che aveva agito sotto l'influsso della cocaina. Secondo gli Ermellini "gli abusi sessuali ledono non solo la liberta' morale e fisica della donna, ma anche il concreto interesse del Comune di preservare il territorio da tali deteriori fenomeni avendo lo stesso posto la tutela di quel bene giuridico come proprio obiettivo primario". Il Comune in cui si verifica l'abuso infatti puo' conseguire un danno economico "dalla frustrazione delle finalita' e degli scopi dell'ente per le diminuzioni patrimoniali eventualmente subite dagli organi comunali predisposti per alleviare i traumi delle vittime di abusi sessuali".
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