Avete una moglie miliardaria? In caso di separazione dovete comunque mantenerla. Parola di Cassazione. La Corte difatti ha accolto il ricorso di una facoltosa donna veneta che si era vista precedentemente annullare il mantenimento proprio per la sua alta capacita' di reddito. I Giudici di Piazza Cavour hanno chiarito che anche una miliardaria può rivendicare il mantenimento se dimostra che "in costanza di vita coniugale ha tenuto un tenore di vita particolarmente brillante fatto di viaggi, vacanze, teatri..., si' da poter pretendere di conservarlo ulteriormente". Il Tribunale aveva inizialmente posto a carico del marito un assegno di 2.500 euro mensili per la moglie e di 550 per la figlia affidata alla donna. In appello il marito aveva sostenuto che l'importo era troppo alto se si considera che l'ex moglie è una "miliardaria". E la Corte d'Appello gli aveva dato ragione cancellando il diritto all'assegno di mantenimento
sul rilievo che la consorte, coamministratrice del marito di una societa', aveva tratto da questa attivita' un reddito mensile di circa 5.000 euro, e che dalla liquidazione della sua quota societaria le erano derivate 2.614.000.000 di vecchie lire. Secondo le indicazioni del marito la donna aveva la possibilità di vivere di rendita al 4% su 4 miliardi ed aveva anche ottenuto la casa coniugale per essendo comproprietaria di un appartamento a Lignano. Rivolgendosi in Cassazione la donna ha avuto ragione ed è stato così disposto un nuovo giudizio presso la Corte d'Appello di Venezia. Secondo la Suprema Corte, i giudici di merito non hanno considerato se la donna in questo modo avesse potuto mantenere lo stesso tenore di vita "particolarmente brillante" goduto durante il matrimonio. Nella motivazione i Giudici di Piazza Cavour sottolineano che "dalla Corte territoriale e' stata elusa l'esigenza di effettuare un reale approfondimento del tenore di vita concretamente tenuto, in costanza di convivenza coniugale, dalla coppia, onde farne discendere una davvero meditata decisione in tema di riconoscimento dei presupposti per il riconoscimento o meno di un assegno di mantenimento".

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