Anche di fronte ad atteggiamenti provocatori da parte dei propri dipendenti, il capo deve sapersi controllare, specialmente nell'utilizzo delle parole. La regola dunque è quella di mantenere sempre un giusta dose di self control. E' quanto afferma la Cassazione (sentenza n. 31388/2008) sottolineando che nelle aziende, chi occupa alte gerarchie deve avere una "attenta continenza espressiva". Sulla scorta di questo principio la Corte ha respinto il ricorso di un dirigente che era stato condannato per ingiuria per essersi rivolto ad una sua dipendente dicendole "lei non capisce un c...". I dirigente nel suo ricorso aveva sostenuto che l'espressione non aveva valenza ingiuriosa dal momento che era stata pronunciata in risposta ad una accesa discussione nel corso della quale la dipendente aveva assunto atteggiamenti provocatori", e che in considerazione della evoluzione dei costumi e del mutamento del linguaggio la frase non è altro che un "equivalente rafforzativo di 'lei non capisce nulla'". I Giudici di Piazza Cavour ha respinto il ricorso sottolineando che "anche tenuto conto del rapporto gerarchico che legava" il dirigente alla dipendente "avrebbe dovuto indurre il primo a una attenta continenza espressiva".

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