A seguito della evasione, avvenuta nel febbraio 1989, di tre detenuti dal nuovissimo carcere di massima sicurezza di Ancona Montacuto attraverso un foro scavato nel muro della cella mediante arnesi rudimentali, sorse la necessità di verificare la qualità dell'esecuzione del complesso carcerario in relazione al rispetto delle prescrizioni tecniche e costruttive del capitolato d'appalto. Furono pertanto avviate indagini penali da parte della Procura della Repubblica di Ancona, che presero in considerazione a largo raggio una serie di lavori affidati dal locale Provveditorato alle Opere Pubbliche. Le indagini, iniziate dal carcere di Montacuto, si estesero infatti anche alla casa circondariale di Barcaglione e alla Caserma dei Vigili del Fuoco di Ancona con procedimenti penali connessi, che vedevano inquisiti i principali responsabili del Provveditorato alle Opere pubbliche di Ancona per reati quali frode nelle pubbliche forniture, truffa
ai danni dello Stato e falsificazioni nelle contabilizzazioni, condotte illecite di cui veniva rilevata una sorprendente "ripetitività" nella conduzione dei vari appalti; mentre un ulteriore procedimento penale ( n. 885/92 RGNR) veniva avviato, nei confronti di Vincenzo M., nella qualità di Direttore dei Lavori e Ingegnere Capo del Provveditorato alla OO.PP. di Ancona, per tangenti percepite dai privati appaltatori in dipendenza della costruzione del carcere di Montacuto e di altre opere pubbliche.
Corte dei Conti, sez. I^ appello, Sentenza 13.3.2008 n. 137

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