Anche la Corte di Cassazione prende posizione su un'abitudine degli automobilisti italiani: quella di parlare al cellulare mentre si guida. Una condotta incivile, spiega la Corte (sentenza 14311/2008) che risulta oltretutto molto pericolosa per la vita degli altri. Gli 'ermellini' si sono dunque pronunciati contro questa consuetudine occupandosi del caso di un automobilista che, fermato da un maresciallo dei Carabinieri perché stava parlando al telefonino, si era rivolto all'agente dicendogli: "con tutto quello che accade andate a guardare queste c...".
Immediata la denuncia del maresciallo e la conseguente condanna per ingiuria.
Ma la Corte ha fatto di più. Non solo ha confermato la condanna dell'automobilista, ma ha anche bollato come "incivile" il suo comportamento ed ha colto l'occasione per bacchettare quanti, oltre a parlare al telefonino, si comportano con arroganza se fermati dalle forze dell'ordine.
E' davvero singolare, scrive la Corte, "che una persona sorpresa mentre sta violando la legge con una condotta molto pericolosa per la vita degli altri, invece di chiedere scusa per il suo comportamento incivile, reagisca in modo non solo inurbano ma anche offensivo per chi sta facendo il proprio dovere per assicurare il rispetto della legge". Anche l'espressione triviale usata nei confronti del maresciallo "denota non solo disprezzo ma anche l'infondatezza dell'accusa che i carabinieri si dedichino ad attivita' inutili e vessatorie".

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