Il codice civile e le leggi sul lavoro, oltre al mobbing, fanno riferimento specifico al cosiddetto straining. Il termine, derivato dall'inglese, significa "mettere sotto pressione"; il fenomeno è similare ma distinto dal mobbing. Gli aggressori, o strainers, possono essere esclusivamente il datore di lavoro e superiori gerarchici. Le azioni tipiche dello straining sono spesso le stesse del mobbing
, di regola non ad alto contenuto vessatorio o persecutorio ma piuttosto orientate a determinare discriminazione creando situazioni di stress forzato il posto di lavoro. Si tratta soprattutto di isolamento sistematico e di cambiamento di mansioni, con il ricorso, in particolare, all'assegnazione a mansioni "prive di contenuto" o "irrilevanti"; al demansionamento; al confinamento impostazioni lavorative isolate, alla sottrazione degli strumenti di lavoro. Consiste sempre in una soluzione, ma con efficacia ed effetti perduranti. Lo straining è sanzionato da norme che consentono una difesa più puntuale degli specifici diritti lesi dei lavoratori. E inoltre regolato dagli stessi strumenti normativi applicabili anche al mobbing. La guida, nelle prime due sezioni, indirizza in primo luogo il lettore a riconoscere i fenomeni di mobbing e di straining fornendo poi un'articolata disamina dei diversi strumenti di tutela contro di essi. Nella terza sezione della guida, l'insieme di tali indicazioni viene poi sistematizzato e raccolto in 30 tavole sinottiche di grande chiarezza e utilità. L'autore, Bruno Tronati, è un esperto del settore e formatore in corsi aziendali e sindacali sulla materia.

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