Lo scorso 2 gennaio è entrato in vigore il decreto-legge "Misure urgenti in materia di espulsioni e di allontanamenti per terrorismo e per motivi imperativi di pubblica sicurezza" (Dl 249/2007 pubblicato in G.U. n. 1 del 2.1.2008) con il quale sono state previste le nuove disposizioni in materia di espulsioni.
Nel provvedimento (che ha sostituito il decreto del 1° novembre 2007, dal Parlamento non convertito in legge) è previsto che il Ministro dell'Interno, in presenza di determinate condizioni, può disporre l'allontanamento del cittadino dell'Unione europea o dei suoi familiari e ciò qualunque sia la loro cittadinanza.
Tra i motivi che legittimano tale azione sono ricompresi i motivi imperativi di pubblica sicurezza (la persona abbia tenuto un comportamento che costituisce una concreta, effettiva e grave minaccia alla dignità umana o ai diritti fondamentali della persona o all'incolumità pubblica ecc.). In presenza di tali comportamenti, infatti, l'allontanamento si rende necessario in quanto la permanenza della persona sul territorio dello straniero risulta incompatibile con la civile e sicura convivenza.
Ma ancora.
Il Decreto ha stabilito che l'esistenza di condanne penali non giustifica automaticamente l'adozione di provvedimenti di espulsione e che tali provvedimenti debbono necessariamente riportare la durata del divieto di reingresso sul territorio nazionale (che non può essere inferiore a cinque e superiore a dieci anni).
Il provvedimento di espulsione è adottato direttamente dal Prefetto territorialmente competente secondo la residenza o dimora del destinatario (o dal Ministro dell'Interno nel caso in cui il destinatario abbia soggiornato nel territorio nazionale nei dieci anni precedenti o sia minorenne).
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