Anche se il prezzo del grano si è ridotto del 10% non sembra che tale riduzione abbia potuto impedire i rincari di pane e pasta. Lo afferma la Coldiretti richiamando esperienze del passato quando alla diminuzione del costo delle materie prime corrispondeva una diminuzione dei prezzi al consumo. Oggi al contrario i prezzi sembrano sempre aumentare. "Si tratta di una evidente dimostrazione che - sottolinea la Coldiretti - eventuali variazioni dei prezzi alla produzione agricola hanno effetti molto limitati sui prezzi al consumo che dipendono principalmente da altri fattori". I prezzi dal campo alla tavola, spiega la Coldiretti, aumentano di cinque volte (+ 400 per cento) e se e' vero che e' salita a circa 467 euro al mese la spesa che ogni famiglia italiana destina per gli acquisti di alimenti e bevande, e' giusto precisare che oltre la meta' (51 per cento) va al commercio e ai servizi, il 30 per cento all'industria alimentare e solo il 19 per alle imprese agricole. "Per una efficace politica di contenimento dei prezzi alimentarial consumo occorre dunque agire - sostiene la Coldiretti - nel percorso che porta gli alimenti dal campo alla tavola intervenendo sulle filiere inefficienti che perdono valore evitando di ritardare le necessarie ristrutturazioni.
E' nella insostenibile forbice tra prezzi alla produzione e al consumo che c'e' dunque un sufficiente margine per garantire una adeguata remunerazione agli agricoltori e per non aggravare i bilanci delle famiglie".

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