La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 31510/2007) ha stabilito che non commette reato il genitore che punisce il proprio figlio ribelle usando violenza a condizione che le suddette violenze non sono abituali e che le misure sono adottate esclusivamente per bene dei figli.
Con questa decisone la Corte ha confermato l'assoluzione per una famiglia (madre, padre e fratello) di fede islamica accusati di maltrattamenti nei confronti della figlia minore, da loro picchiata e legata al fine di impedirle uno stile di vita ritenuto dagli stessi non conforme alla loro cultura.
Secondo gli Ermellini, l'assoluzione dei tre 'rei' si è resa necessaria in quanto, nel caso di specie, dall'istruttoria era emerso che le violenze si erano rese necessarie al fine di evitare alla minorenne gesti autolesionisti (suicidio).
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