Il Consiglio dei Ministri (seduta dello scorso 24 aprile) ha approvato un disegno di legge che delega il Governo al riordino, coordinamento e integrazione della disciplina dei delitti contro l'ambiente. Il provvedimento introduce nel codice penale una serie di delitti dolosi al fine di un più incisivo contrasto degli attentati ai beni ambientali intesi nell'accezione più ampia. Tra tali delitti previsti si menzionano: il disastro ambientale, l'inquinamento
ambientale, l'alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna, il traffico illecito di rifiuti, il traffico di materiale radioattivo o nucleare e l'abbandono di esso, i delitti ambientali in forma organizzata (le cosiddette ecomafie) e la frode in materia ambientale. Il disegno prevede inoltre l'introduzione nel sistema del cd. 'ravvedimento operoso' con pene diminuite dalla metà a due terzi nei confronti di chi collabora con la giustizia. E' poi prevista l'introduzione della cd. 'causa di non punibilità' per chi volontariamente rimuove il pericolo ovvero elimina il danno da lui stesso provocato, prima che sia esercitata l'azione penale e, tra le altre novità evidenziamo la previsione della sanzione per 'danno economico', che prevede la reclusione da due a sei anni e multe da ventimila a sessantamila euro quando l'eliminazione del danno risulta di particolare complessità sotto il profilo tecnico, ovvero particolarmente onerosa o conseguibile solo con provvedimenti eccezionali.

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