La Cassazione condivide le conclusioni della Corte d'Appello che ha ridotto l'assegno di divorzio della ex, perché può ancora fare la fisioterapista

Assegno di divorzio ridotto per la ex moglie

[Torna su]

La Cassazione nell'ordinanza n. 26389/2021 (sotto allegata) condivide le conclusioni a cui è giunta la Corte d'Appello, che ha abbassato l'importo stabilito in primo grado per la ex moglie. Un assegno mensile di 900 euro tiene conto di tutti gli elementi richiesti dalla legge e dalla giurisprudenza, come la durata del matrimonio, il contributo della donna alla carriera del marito e alla formazione del suo patrimonio, l'assegnazione della casa di famiglia e infine il fatto che la stessa, nonostante i suoi 61 anni, è in ottima salute e può conseguire della buone entrate mensili, incrementando l'assegno divorzile con attività domiciliare di fisioterapista, in cui ha conseguito la laurea e ha maturato un'esperienza lavorativa.

La vicenda processuale

In sede di dichiarazione degli effetti civili del matrimonio il Tribunale assegna la casa coniugale alla moglie, riconosce in favore della stessa un assegno mensile di 1400 euro, mentre ai figli il padre deve un importo mensile di 1000 euro in quanto maggiorenni, ma non economicamente autosufficienti. Il marito ricorre contro il provvedimento del giudice chiedendo la riduzione dell'assegno in favore della moglie ad euro 150 mensili, perché la stessa è laureata in fisioterapia e tiene corsi di pilates a domicilio. In merito al mantenimento dei figli chiede la revoca dell'importo dovuto o quantomeno la riduzione nella misura minima.

La moglie, costituitasi in sede di appello incidentale chiede invece l'aumento dell'assegno a 4000 euro al mese o di 2.200,00 con conferma degli importi per i figli, con l'obbligo a carico del padre di provvedere alle spese straordinarie per i figli.

In sede di appello la Corte conferma il mantenimento solo per un figlio, perché l'altro risulta economicamente autosufficiente e l'assegnazione della casa alla ex moglie visto che il figlio studente durante le festività e la sospensione delle attività universitarie torna a casa.

Per quanto riguarda invece l'assegno di divorzio

e la sua natura assistenziale la Corte riconosce alla ex moglie un assegno mensile di 900 euro perché è stata dimostrata la mancanza di risorse economiche sufficienti a mantenersi da sola, evidenziando, come osservato dal marito, che la stessa anche se ha 61 anni ha una laurea in fisioterapia, gode di buona salute e quindi può svolgere questa attività anche privatamente, avendo in passato maturato esperienza presso una Asl. In questo modo la stessa, grazie anche all'assegno del marito, potrebbe conseguire i mezzi necessari per condurre una vita dignitosa, anche alla luce del contributo dato dalla stessa al successo professionale del marito, alla formazione del suo patrimonio immobiliare e alle condizioni agiate del marito.

Troppo basso l'assegno di 900 euro al mese per la moglie

[Torna su]

Insoddisfatta dell'esito della decisione assunto in sede di appello la donna ricorre in Cassazione per sollevare un unico motivo di ricorso. Per la donna la Corte ha commisurato l'assegno tenendo conto solo della funzione assistenziale dello stesso e non di quella perequativo compensativa.

La ricorrente fa presente di aver sacrificato le proprie aspirazioni professionali a causa del suo ruolo endo familiare e che le potenzialità reddituali della stessa, anche in ragione dell'età raggiunta, non sono realistiche.

La fisioterapista di 61 anni può mettere a frutto i suoi studi

[Torna su]

La Cassazione non è però d'accordo con la tesi difensiva della ricorrente, per questo rigetta il ricorso.

Per Gli Ermellini la Corte ha applicato correttamente i criteri enunciati dalla Su del 2018 per la quantificazione e il riconoscimento dell'assegno divorzile. Il giudice infatti, valutando attentamente tutti gli elementi a sua disposizione, ha ritenuto di dover integrare il criterio dell'autosufficienza economica con i criteri previsti dall'art. 5 della legge sul divorzio.

Il provvedimento si fonda non solo sulla equiparazione dei patrimoni ma su diversi fattori, come il fatto che la casa familiare è stata assegnata alla donna, con conseguente risparmio di spesa per la locazione e anche per la sua capacità, vista l'esperienza, di esercitare ancora l'attività di fisioterapista, senza trascurare l'agiato tenore di vita goduto, il contributo della stessa al successo del marito del lavoro e alla formazione del patrimonio immobile e la durata del matrimonio.

Scarica pdf Cassazione n. 26389/2021

Foto: 123rf.com
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: