Le auto d'epoca? Sono indice di capacità contributiva. E' quanto stabilisce una recente sentenza della Corte di Cassazione del 22 gennaio scorso.
I giudici della Corte hanno rilevato che possedere un'auto di valore storico comporta dei costi rilevanti di manutenzione e per questo sono beni che possono essere presi in considerazione per determinare la capacità contributiva.
E' stato così respinto il ricorso di un contribuente che voleva escludere le sue auto d'epoca dall'accertamento sintetico del reddito, giacché possedute per collezionismo e non per esigenze di circolazione.
Nei suoi ricorsi il contribuente aveva anche dedotto che in un parere del Secit (Servizio consultivo e ispettivo tributario) del ministero dell'Economia e delle Finanze erano state escluse dal redditometro le auto di interesse storico e collezionistico.
La Corte, però, ha ritenuto che il riferimento al possesso di auto contenuto nei "redditometri" non contiene restrizioni e che non può avere influenza sulla decisione del caso un diverso parere reso da un organo consultivo come il Secit.
Intanto l'Agenzia delle Entrate sta ipotizzando un rilancio dello strumento del "redditometro" sia attraverso la revisione degli indici i cui valori (per il momento risultano fermi al 2005), sia attraverso la previsione della possibilità di incrociare e confrontare i dati a livello familiare.

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