La sentenza delle SS.UU. è dirompente e potrebbe risolvere i buchi di bilancio dei Comuni prodotti dalla sottoscrizione di contratti derivati

di Paolo Casati - La recente sentenza della Corte di Cassazione a Sezioni Unite, n. 8770 del 12 maggio 2020 (sotto allegata), ha sancito la nullità dei contratti derivati (Swop) stipulati dagli Enti locali fino al 2013, momento in cui la disciplina sulla stipula si è resa più stringente per i Comuni.

Si tratta di una sentenza rivoluzionaria che, se ben compresa, potrebbe avere conseguenze dirompenti sulle esposizioni finanziarie dei Comuni causate da tali fattispecie contrattuali.

Swap conclusi dai comuni: 4 motivi di nullità

La Corte ha rinvenuto quattro motivi di nullità dei contratti derivati conclusi dai Comuni:

1) Nei derivati cd. OTC il vizio di nullità è dovuto alla indeterminabilità dell'oggetto del contratto, che impedisce all'Ente locale una valutazione ponderata del rischio.

2) La variabilità della causa del contratto derivato (causa indefinita), la quale può assumere finalità sia assicurative sia di copertura del rischio, oltreché nell'assenza di meritevolezza del contratto avente natura prettamente speculativa dunque contraria all'art. 1322 c.c.

3) Il conflitto d'interessi dell'intermediario finanziario che è al tempo stesso consulente dell'Ente e offerente del prodotto finanziario (cd. derivato).

4) Nella preclusione alla giunta o al sindaco di stipulare contratti derivati senza una delibera del Consiglio comunale, siccome incidenti sull'indebitamento pluriennale dell'Ente, tenuto altresì conto della necessità di assegnazione della stipula attraverso una gara pubblica.

Avv. Paolo Casati del Foro di Como

Scarica pdf sentenza Cassazione SS.UU. n. 8770/2020

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