Il Recovery fund è un fondo garantito dal bilancio UE. Tramite lo stesso sono emessi i recovery bond, ovverosia dei titoli di debito comune

Recovery fund: cosa vuol dire

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Letteralmente, l'espressione recovery fund significa fondi di recupero. Si tratta, in sostanza, di un fondo per la ripresa, ritenuto "necessario e urgente" per far fronte alla crisi scatenata nel 2020 dal coronavirus.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all'esito del Consiglio Europeo del 23 aprile 2020 durante il quale i leader UE hanno convenuto di lavorare per la creazione del fondo poi predisposto, ha chiarito che con esso sarebbero stati finanziati "tutti i paesi più colpiti, tra cui l'Italia". E proprio il nostro paese, ha rammentato Conte, è stato in prima fila tra quelli che hanno chiesto l'introduzione di questo strumento "per proteggere le nostre economie e assicurare una ripresa europea che non lasci indietro nessuno, preservando, per questa via, il mercato unico".

La disciplina del Recovery Fund, si intreccia a quella del nuovo bilancio pluriennale UE (2021-2027).

Leggi anche: Debito pubblico: le differenze tra il recovery fund e i titoli di Stato

Recovery fund, spiegazione semplice

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Volendo semplificare il funzionamento del Recovery Fund, si può dire che esso si finanzia tramite l'emissione di recovery bond, con la garanzia del bilancio UE.

A questo punto, la liquidità raccolta con tale meccanismo viene distribuita ai paesi membri che si trovano ad affrontare le maggiori difficoltà a causa della pandemia da Covid-19.

Come precisato dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michel già a maggio 2020, il fondo è "mirato ai settori e alle aree geografiche dell'Europa maggiormente colpiti e destinato a far fronte a questa crisi senza precedenti".

Operativamente, secondo quanto previsto dall'accordo raggiunto a luglio 2020, a tutti i paesi coinvolti è stato chiesto di presentare un piano nazionale di ripresa e resilienza, nel quale illustrare come intendono utilizzare i fondi. Il Governo italiano, come vedremo meglio qui di seguito, ha approvato il progetto di PNRR nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2021.

Come funziona il Recovery fund

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Complessivamente, il Recovery fund consiste in un piano da 750 miliardi di euro, che, come accennato, saranno reperiti attraverso l'emissione di debito garantito dall'Unione Europea.

I fondi sono articolati in sovvenzioni e prestiti, nella maniera che segue:

  • 390 miliardi di euro di sovvenzioni,
  • 360 miliardi di euro di prestiti.

Gli obiettivi sono quelli della crescita potenziale, della creazione dei posti di lavoro e della capacità dello Stato di reagire dal punto di vista sia economico che sociale. I fondi saranno erogati solo se gli obiettivi concordati nel piano saranno raggiunti.

Leggi: Recovery fund: cosa prevede l'accordo

Il PNRR dell'Italia

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Come detto, a tutti gli Stati coinvolti nel Recovery fund è stato chiesto di approvare un piano nazionale di ripresa e resilienza.

In Italia, la proposta di PNRR è stata approvata dal Consiglio dei ministri nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2020 ed è attualmente in attesa delle valutazioni di Camera e Senato.

Le sei missioni

Il piano si articola in sei missioni:

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  • rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • istruzione e ricerca;
  • inclusione e coesione;
  • salute.

Si tratta delle aree nelle quali si interverrà per lanciare la ripresa, che operativamente è articolata in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.

Gli interventi sono concentrati in particolar modo sui progetti trasformativi, considerati come quelli di maggiore impatto sull'economia e sul lavoro.

Per ciascuna missione, il piano nazionale di ripresa e resilienza ideato dal Governo indica anche quali sono le riforme che si rendono necessarie per la loro più efficace realizzazione.

Recovery fund, quanti soldi

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Il Recovery fund italiano prevede l'allocazione di circa 210 miliardi di euro, suddivisi tra i progetti delle varie missioni nella seguente misura: 144,2 miliardi di euro spettano ai nuovi progetti, 65,7 miliardi di euro sono destinati ai progetti in essere.

Particolare rilievo è stato dato gli investimenti pubblici, ai quali sono destinati il 70% degli incentivi; il 21% è invece la quota riservata agli investimenti privati.

Tempistiche

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Tenendo conto che gli investimenti e i nuovi progetti saranno sostenuti principalmente da sovvenzioni nei primi tre anni e principalmente da prestiti nel periodo 2024-2026, il piano nazionale di ripresa e resilienza individua delle tempistiche ben precise:

  • 70% delle sovvenzioni: impegnato entro il 2022 e speso entro il 2023;
  • 30% delle sovvenzioni: speso tra il 2023 e il 2025.

Viene precisato, altresì, che i prestiti totali aumenteranno nel corso del tempo, al fine di mantenere sempre elevato il livello di investimenti e altre spese rispetto all'andamento tendenziale.

Leggi: Unione Europea, ecco i tempi del Recovery fund


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