Mai piu' scontri tra professori, per il bene della scuola. Le azioni dei docenti, dice infatti la Corte di Cassazione, 'hanno riflessi sulla scolaresca, sui genitori e sul progetto educativo'. In questo modo la Quinta sezione penale ha respinto il ricorso di un docente di una scuola di Ortona, condannato per ingiuria nei confronti di un collega che aveva chiamato i carabinieri perche' una bidella aveva smarrito il cellulare. Secondo la Suprema Corte (sentenza 33084 depositata oggi) 'specialmente in una organizzazione complessa come la scuola, ove le azioni di un docente hanno riflessi sulla scolaresca, sui genitori e sul progetto educativo, sono ben possibili opinioni diverse, ma il confronto, anche aspro, tra le diverse opinioni deve avvenire in termini corretti senza inutili attacchi ingiuriosi alla persona del contraddittore'. In seguito ad un furto avvenuto all'interno di un istituto scolastico abruzzese, l' insegnante Luigi P. aveva preso l'iniziativa di denunciare i fatti alle forze dell'ordine ma Giorgio C., l'imputato
protagonista del ricorso in Cassazione, si era scontrato verbalmente con il collega per questa iniziativa, offendendolo, come si evince dalla sentenza. Assolto dal giudice di Pace di Ortona, nel luglio del 2003, 'non essendo punibile per avere agito a seguito di provocazione, quantomeno putativa', Giorgio C. veniva condannato per ingiuria dal Tribunale di Chieti, 14 aprile 2005, oltre al risarcimento del danno in favore del collega offeso. Inutilmente il docente condannato si e' rivolto alla Cassazione, invocando l'esimente per fatto ingiusto. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, sottolineando che 'nemmeno e' ravvisabile una esimente di carattere putativo'. E poi, hanno ribadito gli 'ermellini', anche se all'interno della scuola 'sono ben possibili opinioni diverse', meglio evitare scontri accesi, anche solo a parole, perche' le 'azioni di un docente hanno sempre riflessi sulla scolaresca' e sul clima scolastico in generale.

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