La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. n. 11919/2006) ha stabilito che strappare il velo a una musulmana è un gesto razzista che configura una vera e propria circostanza aggravante di reato. I Giudici della Corte hanno precisato che "la volontà lesiva dell'integrità morale di persone appartenenti a una cultura religiosa, quella islamica, diversa da quella cattolica dominante nel Paese", si desume "dal significato delle parole e dal contesto nel quale le stesse furono pronunciate (cioè cercando di togliere il velo che la religione musulmana impone alle credenti, che vennero apostrofate mentre si stavano recando alla moschea e aggredite al ritorno)". Con questa decisione è stata confermata la sentenza di condanna per il reato di atti osceni, aggravato dalla finalità di discriminazione razziale e religiosa, inflitta a un uomo aveva tentato di togliere loro la copertura del viso.
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