Lo stalker è colui che pone in essere condotte persecutorie, che rientrano nell'illecito di cui all'art. 612-bis c.p., capaci di ingenerare ansia o timore o inducendo la vittima ad alterare le proprie abitudini

Chi è lo stalker

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Lo stalker è il soggetto che mette in atto, in danno di una persona, a cui in genere è legato da una relazione affettiva o di tipo professionale, condotte che rientrano nell'illecito penale dello stalking. Illecito che l'art. 612 bis del codice penale italiano definisce come reato di "atti persecutori".

Vedi anche la guida generale Stalking: il reato di atti persecutori

Perché si diventa uno stalker

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In genere lo stalker è un ex partner, convinto di avere subito un torto per il solo fatto di essere stato lasciato. Tale convinzione lo porta a maturare sentimenti di vendetta per la difficoltà di accettare la fine della relazione.

Lo stalker però può essere anche un semplice conoscente o un collega di lavoro che vuole creare una relazione ma che non ha gli strumenti emotivi e psicologici per raggiungere questo obiettivo in modo sano e costruttivo.

Come raccontano le cronache, spesso lo stalker all'inizio appare gentile, invia messaggi, sms o brevi telefonate dal contenuto lusinghiero. Quando però l'altra parte non manifesta gradimento per queste attenzioni, lo stalker in una escalation di condotte, inizia a pedinare, minacciare e aggredire verbalmente e fisicamente la vittima, fino ad arrivare, nei casi più gravi, ad ucciderla.

Per cercare di arginare il fenomeno dello stalking e prevenirne gli effetti, criminologi e psicologi hanno cercato, negli anni, di delineare i tratti tipici dello stalker, per riuscire a comprenderne le motivazioni e aiutare le vittime a individuare e contrastate questi soggetti.

Profili comportamentali dello stalker

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In linea di massima sono cinque le tipologie di stalker. Si tratta, evidentemente, di una classificazione non esaustiva, elaborata solo per permettere agli operatori e alle vittime di comprendere meglio la situazione.

La figura dello stalker, dunque, nella maggior parte dei casi è riconducibile a una delle seguenti tipologie

Stalker risentito

Rientrano in questa categoria gli ex coniugi e in generale chi è stato lasciato al termine di una relazione sentimentale. Trattasi di soggetti che covano risentimento, agiscono per vendetta nei confronti della vittima e che ritengono, per questo, giustificabile la propria condotta persecutoria.

Stalker bisognoso di affetto

Vi sono poi i soggetti bisognosi di affetto, che tendono a vedere nella cortesia altrui un sentimento o un'attrazione nei suoi confronti, in realtà inesistente. Questa la ragione per la quale iniziano a porre in essere dei comportamenti persecutori.

Stalker corteggiatore

Stalker può essere anche chi corteggia in modi e circostanze davvero poco opportune e con insistenza eccessiva. La scarsa attitudine alle relazioni interpersonali e sociali è di ostacolo alla consapevolezza, da parte dello stalker, della propria condotta.

Stalker respinto

Nella categoria può rientrare anche chi viene respinto dalla vittima. Può trattarsi di una persona che avrebbe voluto instaurare una relazione o di un ex coniuge o partner. In quest'ultimo caso, il soggetto si differenzia dalla prima tipologia esaminata perché accanto al desiderio di ingenerare disagio in modo vendicativo convive, in maniera più marcata, anche quello di recuperare la relazione precedente. Si tratta, in ogni caso, delle due tipologie di cui si sente più di frequente parlare, anche in relazione a episodi di femminicidio.

Stalker predatore

L'ultima categoria, definita dagli esperti quella del "predatore", è finalizzata alla consumazione di rapporti sessuali e si caratterizza per il desiderio di ingenerare terrore nella vittima. Il molestatore, peraltro, agisce talvolta sotto l'effetto di sostanze psicotrope, in stato di ubriachezza oppure soffre di disturbi mentali. Più spesso sono queste le condizioni che provocano le sue condotte persecutorie.

Stalker donna

Sebbene di norma, almeno nell'immaginario comune, lo stalker è una figura maschile, ciò non toglie che anche molte donne si rendano spesso colpevoli del reato di atti persecutori, soprattutto per vicende sentimentali e, quindi, ai danni del proprio ex o della sua nuova compagna.

Comportamenti tipici dello stalker

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I comportamenti tenuti dallo stalker si rifanno, in genere, a due grandi tipologie di azioni:

  • le comunicazioni (messaggi, telefonate, etc.);
  • le condotte con cui si cerca il confronto diretto con la vittima (inseguimenti, incontri non concordati, minacce verbali).

Stalker Whatsapp

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Lo stalking virtuale, che non prevede il confronto diretto con la vittima, avviene sempre più spesso, attraverso Whatsapp. Tale applicazione di messaggistica istantanea, del tutto gratuita, è uno degli strumenti preferiti dallo stalker per tempestare la propria vittima.

Tuttavia, è possibile per quest'ultima bloccare il contatto ed evitare, così, che questi continui a inviarli messaggi indesiderati. A tal fine, basta accedere alle impostazioni dell'applicazione e disporre il blocco.

Stalking psicologico

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Si parla di stalking psicologico quando il comportamento dello stalker incide direttamente sulla psiche della vittima, ossia quando le sue condotte non sono fisiche o tese a cercare un confronto diretto con la vittima, ma si sviluppano attraverso frasi o messaggi finalizzati ad alterare l'equilibrio psicologico di chi li riceve.

Vittime di stalking

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In astratto, il fenomeno dello stalking può riguardare chiunque e, quindi, coinvolgere tanto le donne, quanto gli uomini.

Tuttavia, si stima che l'80% delle vittime di stalking sia donna.

Come difendersi dagli stalker

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L'esperienza di studio della materia ha portato gli esperti ad elaborare una sorta di decalogo dei comportamenti più opportuni da tenere se si ha a che fare con uno stalker:

  • comunicare in modo fermo e inequivoco il proprio rifiuto e disinteresse a una relazione con lo stalker;
  • non negoziare le sue proposte né incoraggiare successivi contatti;
  • non seguire abitudini troppo routinarie (ad es. variare strada e orari in occasione dei vari impegni quotidiani);
  • informare parenti o amici della situazione e dei propri spostamenti più rilevanti;
  • informare senza esitazioni le forze dell'ordine quando la situazione appare di una certa serietà.

Leggi anche Stalking e cyberstalking: come tutelarsi

Cosa succede dopo una denuncia di stalking

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Chi sporge una denuncia-querela contro il proprio stalker avvia il procedimento penale diretto ad accertare l'effettiva responsabilità del persecutore, per il reato di atti persecutori o per altre fattispecie penalmente rilevanti che dovessero emergere nel corso delle indagini (si pensi, ad esempio, al reato di minacce).

La denuncia per stalking è trattata dal nostro ordinamento in maniera più tutelante per la vittima rispetto a quanto avviene normalmente. Infatti, le autorità che la ricevono sono tenute a trasmetterla subito in procura e il PM, entro tre giorni, è tenuto a disporre l'assunzione di informazioni da parte della vittima.

Inoltre, il pubblico ministero, se lo ritiene opportuno, può emettere un provvedimento con il quale fa divieto allo stalker di avvicinarsi ai luoghi che la persona offesa è solita frequentare. Chi non rispetta tale prescrizione è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

Come comportarsi con gli stalker

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Per approfondire l'argomento e sapere come e quando si può sporgere denuncia per stalking e quali sono i rimedi predisposti dalla legge, consulta la nostra guida generale sullo stalking


Foto: 123rf.com
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