Raggiunto l'accordo provvisorio sul copyright. Ora non resta che attendere il voto definitivo tra marzo e aprile

di Annamaria Villafrate - La riforma sul copyright, ovvero la storia infinita tra lobby dell'editoria e colossi del web, nella giornata di mercoledì 13 febbraio è giunta a un accordo provvisorio tra le massime autorità dell'Unione Europea. L'accordo infatti deve ancora essere approvato dagli stati e dal Parlamento Europeo. I sostenitori della massima libertà d'informazione promettono guerra. Un vero e proprio scontro tra titani che sembra non avere fine. In attesa del sì definitivo vediamo i principali punti dell'accordo:

Copyright e "diritto di vicinato"

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L'accordo provvisorio sul Copyright è stato finalmente raggiunto. Commissione Ue, Parlamento e Consiglio dopo lunghe ore di discussione iniziate lunedì 11 febbraio sono giunti a una conclusione.

Di certo una riforma che ha fatto discutere e che ancora farà discutere, visto che d'ora in poi i colossi dell'online, primi fra tutti Facebook, Google e YouTube dovranno riconoscere a editori, giornalisti, autori e artisti una remunerazione "equa"sulle loro creazioni. Obiettivo complessivo della riforma è quello di creare un "diritto di vicinato" per gli editori consentendo a giornali, riviste e agenzie di stampa di essere remunerati per l'uso online della loro produzione da parte degli aggregatori di informazioni.

Soddisfatta ovviamente l'Enpa, l'Associazione degli editori di giornali europei, visto che in questo modo le opere saranno protette da riproduzioni e distribuzioni non autorizzate. I giochi però sono ancora aperti.

L'ultima parola infatti spetta agli stati membri e al Parlamento

Europeo in seduta plenaria. Un risultato non ancora scontato quindi. Un gruppo dell'europarlamento, contrario a quanto sancito dall'accordo, promette che farà il possibile affinché la riforma, così com'è, non venga approvata. Julia Reda del Partito dei Pirati promette lotta contro gli articoli 11 e 13, che prevedono la tassa sui link e i filtri automatici, in attesa del voto di Strasburgo tra marzo e aprile.

Sul copyright scontro tra titani

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L'accordo non può dirsi quindi propriamente raggiunto e, stando agli animi delle fazioni contrapposte, ne vedremo ancora delle belle. Da una parte editori, autori e artisti, dall'altro Google, Facebook e YouTube, in prima fila. Il vicepresidente della Commissione Andrus Ansip ritiene che la riforma garantirà sicuramente maggiore equità e tutela per gli autori e a cascata, maggiori benefici per tutti. Autori e artisti per la prima volta potrebbero infatti negoziare con i colossi l'utilizzo delle loro creazioni e alle piattaforme verrebbero richieste maggiori responsabilità. A loro il compito di fare da "filtro" (anche se la direttiva non contiene indicazioni su strumenti tecnologie o infrastrutture da utilizzare per impedire che un contenuto non remunerato compaia sul web), attraverso la verifica preventiva di quanto caricato dagli utenti, per accertare se è legale oppure no.

Cosa prevede l'accordo sul copyright

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Passando ora ai punti principali dell'accordo, il Parlamento Europeo chiarisce, in una nota, quali saranno le principali novità in materia di copyright:

Remunerazione equa

Le piattaforme dovranno riconoscere una giusta remunerazione ad artisti e autori, ai quali è riconosciuto maggiore potere negoziale. Ai giornalisti spetterà una quota delle entrate riconosciute alla casa editrice di appartenenza.

Gif, meme e link

Gif e meme potranno essere condivisi liberamente, così come i link ad articoli di attualità, accompagnati da "singole parole o brevissimi estratti".

Snippet

Gli "snippet" potranno apparire nel newsfeed di Google News o ad essere condivisi su Facebook, se il testo è "molto breve".

Startup

Regole più "morbide" per le start up (ovvero le piattaforme di età inferiore ai 3 anni, con un fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro e visitatori unici medi mensili inferiori a 5 milioni) che saranno soggette a obblighi molto più leggeri rispetto a quelle previste per le piattaforme consolidate;

Wikipedia esonerata

Le regole non verranno applicate alle enciclopedie online come Wikipedia e a opere similari prive di finalità commerciali.

In Italia i contenti e gli scontenti

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E in Italia cosa ne pensano? Come sempre, c'è chi si dice contento e chi no. L'eurodeputata del Pd Silvia Costa, all'indomani dell'accordo dichiara: "È una vittoria delle istituzioni europee e della democrazia sul tentativo inaudito dei giganti del web, attraverso massicce campagne intimidatorie, di impedire l'approvazione".

Di diverso avviso invece Luigi di Maio, che prima che l'accordo venisse siglato aveva già manifestato la sua contrarietà, affermando che "La rete deve essere mantenuta libera e neutrale perché si tratta di un'infrastruttura fondamentale per la libera espressione dei cittadini oltreché per il sistema Italia e per la stessa Unione Europea."

Leggi anche:

- Cosa prevede la riforma del Copyright

- Copyright: la guida completa


Foto: 123rf.com
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