L'assistenza al coniuge malato è un obbligo anche in caso di intervenuta separazione. Facciamo chiarezza

In caso di coniuge separato malato l'altro coniuge ha l'obbligo di assistenza?

Facciamo chiarezza:

Dovere di assistenza tra coniugi

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Tra i doveri coniugali rientra anche quello di assistenza morale e materiale, consistente, da un lato, nell'obbligo materiale di soddisfare le reciproche esigenze economiche; dall'altro, in quell'impegno di natura morale-spirituale alla comprensione e al rispetto reciproco.
Non dare assistenza al coniuge che si trova in stato di malattia non solo costituisce una violazione dei doveri matrimoniali che, in caso di separazione, può portare ad una pronuncia di addebito, ma può anche costituire reato penalmente perseguibile se il coniuge malato si trova in una situazione di incapacità di provvedere a se stesso. Il reato è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni e questa è solo la pena base.

Separazione dei coniugi: assistenza del coniuge malato

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Nel caso di separazione i coniugi non hanno più l'obbligo di coabitazione e di fedeltà reciproca, però la legge nulla dice se permane o meno il dovere di assistenza morale, mentre quanto all'obbligo di assistenza materiale il nostro Legislatore ha previsto l'obbligo di corrispondere l'assegno di mantenimento, qualora uno dei coniugi non abbia propri redditi adeguati.

Cosa prevede la legge nell'ipotesi in cui un coniuge è malato e sia intervenuta già la separazione?

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Mentre in costanza di matrimonio, l'assistenza al coniuge malato rientra, senza dubbio alcuno, nei doveri che nascono con il matrimonio, sia materiali, che morali, ci si interroga se tale dovere permane in caso di separazione tra i coniugi.
Prima di dare una risposta all'interrogativo, chi scrive ritiene precisare che essere separati è diverso dall'essere divorziati.
Il divorzio fa venir meno il vincolo coniugale e, cioè, vengono a cessare tutti gli obblighi e doveri derivanti dal matrimonio e, conseguentemente, i coniugi riacquistano lo stato libero.
La separazione, invece, ha carattere transitorio in quanto i coniugi possono riconciliarsi sia dopo aver attivato il giudizio di separazione, sia dopo che è intervenuta l'omologa.

Ma quali sono gli obblighi che i coniugi hanno in questa fase transitoria?
Con la separazione viene meno l'obbligo di coabitazione, mentre si ritiene che gli altri doveri - quali l'assistenza morale, la collaborazione, la fedeltà - sono sospesi per effetto della separazione. Da tale affermazione si dovrebbe arrivare alla conclusione che il coniuge malato non ha diritto a ricevere alcuna assistenza dall'altro, in quanto la legge nulla dice in merito.
Ma non è, affatto, così! Infatti, sino a quando non interviene trai coniugi il divorzio, resta tra i coniugi separati l'obbligo di prestarsi una "solidarietà/collaborazione minima"; difatti, essi continuano ad essere chiamati marito e moglie: non sono estranei, lo diventano con il divorzio.

Separazione dei coniugi: concetto di "solidarietà/collaborazione minima"

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Per "solidarietà/collaborazione minima" deve intendersi quel sostegno che il coniuge sano deve prestare al coniuge malato, consistente nel fornirgli quei supporti necessari per la malattia: in questo caso, nessun rischio di addebito per il coniuge che ha dimostrato quella "solidarietà minima" che unanime giurisprudenza richiede.
Attenzione! Se il coniuge sano non fornisce al coniuge malato, in stato di indigenza, i mezzi necessari alle cure potrà essere chiamato a rispondere del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
Alla luce di quanto suesposto, dunque, assistere il coniuge malato - dopo che è intervenuta la separazione - non è un obbligo previsto dalla legge, ma siccome tra i coniugi separati resta in vita l'obbligo di assistenza materiale e di darsi una reciproca collaborazione minima, se il coniuge malato si trova in una grave situazione e non ha mezzi adeguati propri, l'altro, obtorto collo, dovrà fornirgli, quantomeno, i mezzi economici necessari per fronteggiare la malattia.

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Foto: 123rf.com
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