Oggi, Camera e Senato sono pronte a dare il via all'elezione delle massime cariche. Vediamo come funziona la loro designazione

di Gabriella Lax - Ci siamo: a quasi tre settimane dalla elezioni politiche, Camera e Senato sono pronte a dare il via alla diciottesima legislatura del paese. Nell'aula di Montecitorio, è in corso la prima votazione per l'elezione del presidente. Intanto, in apertura dei lavori è stata annunciata la composizione dell'ufficio di presidenza provvisorio.

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Ecco come avviene l'elezione delle massima cariche alle Camere, ovvero come si arriverà a designare i successori di Laura Boldrini (Camera) e Pietro Grasso (Senato).

La designazione del presidente della Camera

Si tratta di una votazione per schede e scrutinio segreto. Nella prima votazione viene richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti l'assemblea, dunque 420 voti; negli eventuali secondo e terzo scrutinio il regolamento stabilisce che il quorum si ridimensioni ai due terzi dei votanti (computando tra i voti anche le schede bianche). Dopo il terzo scrutinio, è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti.

Nel caso di votazioni successive basterà la maggioranza assoluta dei voti, comprensiva di schede bianche. Ogni deputato voterà sulla scheda all'interno di cabine e la metterà in un'urna. Lo spoglio avviene pubblicamente in aula. Le statistiche relative alle ultime 6 legislature hanno visto l'elezione del presidente il giorno dopo l'inizio della seduta (al quarto scrutinio).

La designazione del presidente del Senato

Si tratta anche in questo caso di una votazione segreta, ma l'elezione della massima carica deve avvenire entro la quarta votazione. Nel caso del primo scrutinio è eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, ossia 161 voti. Nel caso non si elegga il presidente neanche con un secondo scrutinio, le votazioni proseguiranno nel giorno successivo, ad una terza votazione nella quale basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti (schede bianche comprese). Qui si evidenzia la differenza più importante rispetto alle elezioni del presidente della Camera: in caso di una terza votazione senza maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno ad un ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto più voti e viene proclamato eletto chi consegue la maggioranza, anche se relativa. In caso di parità di voti, prevale il più anziano di età. Anche in questo caso lo spoglio delle schede avviene in aula ed è pubblico.


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