Tutto quello che c'è da sapere sulla nuova "moda" del No Kids in ristoranti, hotel e in generale nei luoghi aperti al pubblico

di Roberta Stella - In quasi tutto il resto del mondo è una pratica ormai consolidata quella di non accettare bambini sotto una certa età in ristoranti, hotel e piscine. In alcuni hotel e resort, addirittura, si vieta l'ingresso alle persone che non hanno ancora compiuto diciotto anni.
Nel nostro paese, invece, è una 'moda' relativamente nuova quella del No Kids: vietato l'ingresso ai bambini.

Rifiuto di servire un cliente: la norma di riferimento

I genitori contrari al divieto finiscono sempre per farsi la stessa domanda: è legale vietare l'ingresso alle famiglie con bambini? Per rispondere a questo interrogativo dobbiamo rivolgerci al Regolamento per l'esecuzione del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) che all'art. 187 sancisce che "Salvo quanto dispongono gli artt. 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo". Escluso quindi il caso di somministrazione di bevande alcoliche a minori o infermi di mente (Art 689 c.p.) ed il caso di somministrazione di bevande alcoliche a persone in stato di manifesta ubriachezza (Art 691 c.p.), nessun esercente può rifiutarsi di servire un cliente senza un motivo legittimo.

Legittimo motivo

Cosa si intende per motivo legittimo? Nella norma non è specificato né è ovviamente presente un elenco di motivazioni ritenute legittime: questo rende molto complicata un'interpretazione unitaria. Può ritenersi legittima l'adduzione del motivo dello spazio ridotto all'interno del locale che renderebbe poco agevole l'entrata dei passeggini? Se la risposta fosse affermativa sarebbe allora lecito vietare l'ingresso alle persone portatrici di handicap?
La poca chiarezza della norma e l'assenza di una giurisprudenza in merito lascia molto, troppo, spazio a diverse interpretazioni.

I ristoranti sono esercizi pubblici?

L'art. 187 del Regio Decreto n° 653/1940 rientra nel capo 15 intitolato "Degli esercizi pubblici". Ciò è fondamentale perché le persone favorevoli a tale divieto usano sovente la motivazione per cui il locale è privato dunque il gestore può farne ciò che vuole. Così non è invece considerato che i locali somministratori di alimenti e bevande che si trovino in un luogo aperto al pubblico sono a tutti gli effetti degli esercizi pubblici, quindi sottoposti integralmente alle regole stabilite nel Regolamento di attuazione del TULPS.

Le sanzioni per il rifiuto della prestazione

La violazione dell'art 187 potrebbe portare non pochi guai all'esercente che si rifiuti di effettuare la prestazione: l'art. 221 bis del TULPS al primo comma prevede che "Le violazioni alle disposizioni di cui agli articoli 156, 187 e 225 del regolamento di esecuzione del presente testo unico [...] sono soggette alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 516,00 ad € 3098,00".

È legale vietare l'ingresso ai bambini?

In definitiva, pur non essendo presente una giurisprudenza affermata nel caso specifico, si può affermare che non è legale vietare l'ingresso in esercizi pubblici alle famiglie con bambini che potrebbero ben pensare di contattare le forze dell'ordine per far valere i propri diritti.




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