Profilo e caratteri dell'assassino seriale

L'assassino seriale (o serial killer, in inglese) è una persona pluriomicida compulsiva, che uccide persone con un modus operandi caratteristico.

Il carattere compulsivo dell'azione omicida, molto spesso priva di qualsivoglia movente è generalmente legata a traumi della sfera emotivo - sessuale del killer. L'espressione serial killer fa capolino sul palcoscenico delle scienze criminologiche a partire dal 1970, quando vennero alla ribalta negli USA i casi di David Berkowitz, Dean Corli, Ted Bundy e Juan Vallejo Corona.

La definizione viene impiegata per la prima volta dal profiler Robert Ressler, tentando di distinguere i seriali dagli spree killer, coloro cioè che incarnano l'essenza dei pluriomicidi colpevoli di stragi.

Secondo l'FBI l'assassino seriale è un soggetto che uccide tre o più vittime in luoghi diversi e con un periodo di intervallo emotivo tra un omicidio e l'altro. Perlopiù disadattati con deliri di onnipotenza, i serial killer hanno sviluppato un bisogno ossessivo di controllare la realtà che li circonda, con un legame forte con la morte.

Il seriale è un soggetto debole che non è riuscito ad affermarsi nella vita o addirittura a rapportarsi con essa molto spesso a causa di traumi infantili quali abusi sessuali, bullismo o umiliazioni, anche se esistono casi documentati di assenza totale di tali abusi.

Proprio per la sua debolezza interiore il serial killer è solito scegliere vittime più deboli di lui, facili da sottomettere, da spersonalizzare come un oggetto inanimato e a volte da mutilare e far supplire con patimenti e sofferenze oltre i limiti dell'immaginabile.

I maltrattamenti e gli abusi psicologici, fisici e sessuali oppure una condizione socio-economica deprimente conducono il seriale a cercare una via di fuga e quindi di compensazione del suo malessere esistenziale, nell'atto omicida. Alcuni assassini seriali, pur non essendo stati mai abusati, hanno invece trascorso un'infanzia passando da parente a parente o ancora sono stati abbandonati o ceduti per l'adozione, creando dunque il sentimento di non essere accettati o desiderati.

Ne sono esempi Ted Bundy, Charles Manson e Gerald Stano.

Il quadro psicologico dell'assassino seriale può essere variegato e di non facile calibratura, è tuttavia riscontrabile in una consistente parte dei casi che tali atti omicidi siano legati all'esercizio del potere o a pulsioni sessuali, in particolare con connotazioni e risvolti sadici.

La condotta criminale dell'assassino seriale, associata dunque al desiderio di potere è molto spesso accompagnata dalla sensazione di superiorità e maggiore astuzia anche nei confronti delle forze di polizia.

Non potendo affrontare la realtà in altro modo infatti, il seriale sviluppa comportamenti psicopatici e sociopatici, nei quali l'apice della perversione e del godimento è rappresentato proprio dall'atto omicida nei confronti della vittima, la quale viene totalmente spersonalizzata e qualificata nella perversione della propria mente quale mero mezzo per il raggiungimento del fine.

In giovane età alcuni assassini seriali mostrano uno o più avvertimenti noti come Triade di MacDonald. Tali segni possono ricondursi a :

Istinto piromane, ovvero l'accendere fuochi per il solo gusto di distruggere e svilire le cose;

Zoosadismo, ovvero la crudeltà verso gli animali e in particolare uccidendo e abusando di animali quali cani e gatti per il loro solo piacere solitario, anziché per impressionare qualcun altro;

Enuresi, cioè bagnare il letto oltre l'età in cui i bambini in genere smettono di farlo

Questa triade teorizzata nel 1963, è stata però anche oggetto di critiche da parte di alcuni ricercatori.

Non è dato sapere infatti quale sia il contributo di tali atteggiamenti nell'eziologia dello sviluppo della personalità socio-psicopatica del serial killer. I criminologi e le istituzioni quali l'FBI sono soliti distinguere gli assassini seriali in due principali categorie: organizzati e disorganizzati, mentre un'altra classificazione indipendente riguarderebbe le motivazioni specifiche che muovono e determinano il seriale al compimento dell'atto omicida. 

Dott. Massimiliano Pagliaccia

Giurista

Giudice arbitro



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