Gli sms sono come le telefonate. Se si bombarda qualcuno con i messaggini si rischia pertanto una condanna penale per il reato di molestie telefoniche. La Corte di Cassazione, equiparando gli sms alle chiamate via cavo, ha cosi' confermato la condanna a quattro mesi di reclusione (pena sospesa con la condizionale) ad Alessandro M., un 36enne torinese che, non sopportando di essere stato lasciato dalla fidanzata, aveva preso a tempestarla di messaggini. Per effetto della decisone di piazza Cavour, il giovane dovra' risarcire Fabrizia M. anche con 2 mila euro. Secondo la Suprema Corte (sentenza 28880), gli sms sono da equiparare alle telefonate perche' 'quanto alla capacita' offensiva del messaggio in danno della tranquillita' privata del destinatario e' noto che il destinatario e' costretto a leggerne il contenuto prima di poter indentificare il mittente' sicche' 'il mittente del messaggio attraverso questo strumento raggiunge lo scopo di turbare la quiete e la tranquillita' fisica del destinatario, ne piu' ne' meno di come lo raggiunge quando usa lo strumento della comunicazione telefonica tradizionale'. La difesa di Alessandro M. aveva sostenuto che le molestie via sms dovevano essere equiparate a molestie 'commesse con il mezzo epistolare'. Ma la Terza sezione penale non ha condiviso la tesi e ha respinto il ricorso.

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