Lo rivela un'indagine statunitense. Un fattore di rischio paragonabile ad altri ben più noti come il diabete o l'ipertensione

di Marina Crisafi - Il divorzio fa male al cuore e non solo in senso metaforico. Divorziare, infatti, aumenta il rischio di infarto, soprattutto per le donne. A dirlo è una ricerca condotta negli Stati Uniti, dal team della Duke University e pubblicata sulla rivista di settore "Circulation", su un campione di quasi 16mila persone (uomini e donne).

E non si tratta di un pericolo da poco, la probabilità di un attacco cardiaco in seguito ad un divorzio, rileva lo studio, è paragonabile a quella legata a fattori di rischio come il diabete o l'ipertensione e aumenta ulteriormente per i c.d. "divorziati seriali", coloro cioè che hanno alle spalle più fallimenti matrimoniali, specie se donne.

Dalla ricerca emerge come sia proprio il genere femminile a soffrire di più le pene del divorzio, con un rischio infatti del 24% maggiore rispetto alle donne sposate, che sale fino al 77% in caso di divorzi multipli. Migliore, invece, la situazione degli uomini che rischiano un +10% in caso di divorzio singolo e un +30% in caso di più divorzi.

Quanto alle cause, lo studio punta il dito contro lo stress "cronico" causato dal divorzio e dai cambiamenti che lo stesso comporta: fattori che, a lungo termine, vanno a ripercuotersi negativamente sulla salute del cuore.

Inspiegate rimangono, invece, le differenze di genere, ossia perché il divorzio faccia più male al cuore delle donne che a quello degli uomini.

In definitiva, la questione va ancora approfondita, tanto che, prima di aggiungere il divorzio alla lista classica dei fattori di rischio cardiovascolare (fumo, obesità, diabete, ecc.), la British Heart Foundation sostiene siano necessarie ancora ulteriori ricerche.

Intanto, chissà che, per lo meno nel nostro Paese, la riforma del divorzio breve che andrà al voto domani alla Camera, accorciando i tempi, possa ridurre anche gli effetti collaterali al cuore delle coppie per le quali ormai l'amore è finito.


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