La riforma del sistema previdenziale forense introdotta dalla nuova legge professionale è stata postata all'attenzione delle istituzioni europee
La riforma del sistema previdenziale forense introdotta dalla nuova legge professionale, che impone l'iscrizione obbligatoria alla Cassa di Nazionale di Previdenza e Assistenza e la corresponsione dei contributi a prescindere dalla capacità reddituale degli iscritti a pena della cancellazione dall'Albo, è stata portata all'attenzione delle istituzioni europee.

L'eurodeputato Ignazio Corrao del M5S, infatti, ha rivolto un'interrogazione parlamentare alla Commissione Europea chiedendo se tale disciplina sia in contrasto con i principi comunitari e, in particolare: se la normativa italiana violi il principio di libera concorrenza ex artt. 101 e 102 TFEU ed ostacoli l'accesso alla professione e libera circolazione dei servizi tutelata dagli artt. 106, 55 e ss. TFUE; se la predetta normativa violi l'art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata anche sul carattere patrimoniale; se l'organo esecutivo promotore del procedimento legislativo europeo non ritenga utile uniformare la disciplina che regola l'accesso alla previdenza forense in tutti gli Stati membri dell'Unione.

Secondo quanto rilevato dall'eurodeputato, invero, "tale riforma non solo scoraggia le giovani professionalità ad esercitare un mestiere nobile ed antico, ma agevola soltanto gli affermati professionisti che, sebbene abbiano raggiunto tale status per meriti acquisiti negli anni, avranno meno concorrenza considerando che molti avvocati rischiano di essere cancellati dall'albo professionale perché non hanno la possibilità di pagare tasse vuoto per pieno, a prescindere dal fatturato".


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