Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza n. 57/2014, spiegando che tale comportamento fa venire meno il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.

Può essere legittimamente licenziato per giusta causa il dipendente che utilizzando l'e-mail di servizio invia a terzi file dell'azienda che sono destinati alla vendita.

Lo afferma la Corte di Cassazione con la sentenza n. 57/2014, spiegando che tale comportamento fa venire meno il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.

Il caso di specie  riguarda il dipendente di una società che si occupa della gestione dei risparmi.

l file diffusi dal dipendente erano relativi a dati e studi di settore che l'azienda aveva a sua volta acquistato per poi rielaborare e mettere in vendita.

In questo modo a una società terza erano stati consegnati gratuitamente dei file che la destinataria avrebbe invece dovuto acquistare.

Nel corso del giudizio il lavoratore ha tentato di difendersi affermando che i file trasmessi per e-mail non erano segreti dato che li si poteva acquistare anche in internet. Una tesi che non ha retto però, giacché si tratta pur sempre di file riservati e la vendita in Internet non può giustificare la trasmissione occulta.

Già la corte d'Appello, spiega la Cassazione, aveva correttamente considerato indebita la trasmissione all'esterno di quei dati che era avvenuta mediante utilizzo della posta elettronica aziendale e in presenza di un esplicito divieto di utilizzo di tale strumento per trasmettere a soggetti esterni alla società "documenti riservati o comunque documenti aziendali".

Testo Sentenza Cassazione n.57/2015

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