La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione (Sent n.4165/2004) ha stabilito che "le valutazioni circa le attenzioni e le limitazioni, cui inevitabilmente va incontro un soggetto che contrae il virus HCV (particolarità del regime alimentare, cautele nei rapporti con i terzi, diminuita intensità della vita lavorativa), fra l'altro in presenza di malattia silente, non attengono in linea di principio alla tutela antinfortunistica, perché estranee alla nozione dell'attitudine al lavoro nella sua espressione della capacità lavorativa generica, quest'ultima riferita alla diminuzione della concreta capacità di lavoro dell'assicurato in rapporto alla produzione del reddito, e non anche, come sembra volersi nel caso di specie, alle particolari mansioni svolte dall'infortunata". Con questa decisione la Corte ha confermato la sentenza
di appello che aveva negato il riconoscimento di infortunio sul lavoro a un'infermiera che si era punta con l'ago di una siringa contraendo infezione virale.
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