Il Decreto Legge Madia si appresta ad essere lo strumento che semplificherà la complessa procedura di licenziamento nel settore pubblico
Con la riforma della PA, secondo le misure previste nel D.L. Madia, Renzi si propone di mandare "a casa gli statali fannulloni". 

Il pubblico impiego apre, dunque, le porte a nuova concezione della PA, la cui posizione nei confronti dei dipendenti statali "fannulloni" sarà più chiara intorno a Febbraio, Marzo del 2015. 

L'ostico problema del licenziamento per un dipendente statale diverrà uno dei punti chiave su cui poggerà la riforma, ancora ad oggi nelle mani del Senato. 

Il Decreto Legge Madia si appresta ad essere lo strumento che semplificherà la complessa procedura di licenziamento nel settore pubblico così come già prevista dalla Riforma Brunetta. 

I dipendenti pubblici poco produttivi potrebbero, così, fare i conti con un iter più veloce di licenziamento che potrebbe allontanarli dal loro posto di lavoro pubblico. 

Ad oggi, i motivi di licenziamento dei dipendenti pubblici comunque, restano sette: 

1) falsa attestazione di essere presenti al lavoro; 

2) assenza senza una valida giustificazione per più di 3 gg. in due anni; 

3) opporre un rifiuto ingiustificato a trasferirsi; 

4) produrre falsi documenti al fine di essere assunti o di progredire nella propria carriera; 5) molestie, gravi condotte o aggressioni; 

6) aver subito una condanna penale definitiva che comporti l'interdizione dagli uffici pubblici; 

7) valutazione insufficiente del proprio rendimento sul lavoro per 2 anni almeno. 

Con il Decreto Madia verranno semplificati soprattutto i licenziamenti collettivi e sarà consentito al dipendente statale di trasferirsi liberamente in un raggio di 50 Km nella stessa o in una diversa amministrazione.  Il dipendente statale messo in mobilità potrebbe non accettare il trasferimento: in tal caso per 2 anni potrà usufruire dell'80% dello stipendio ma al termine del biennio potrà essere licenziato.


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