La Dott.ssa Capecci non poteva fare ammuffire troppo a lungo la sceneggiatrice Valentina che l'abitava tra le scartoffie polverose di un palazzo di giustizia
di Paolo M. Storani - Riconosco Valentina Capecci mentre se ne sta nascosta dietro un paio di mimetizzanti occhialoni neri. Il pretesto è che non ha trucco. 

Alle sue spalle, in lontananza, si staglia la sagoma dello Sferisterio che chiude Corso Cairoli di Macerata come una quinta di teatro.

L'avevo conosciuta in veste di giovane cancelliera penale e civile (in gergo burocratico era di profilo C2) sempre informata su tutte le circolari, anche le più recenti, anche le più ostiche (perché mai avevo digitato ostriche?!), anche le più imbarazzanti; il suo segreto? Selezionare qualche collega supersecchione e chiedergli prontamente un sunto. 

Infatti, le piace molto la locuzione sinossi; sta a significare esposizione sintetica e sistematica della materia.

Mentre ho davanti a me questa scrittrice che usa abilmente le parole come ferri del mestiere (mi piace la scelta originalissima e spumeggiante dei verbi, che definirei icastici, del tipo "ruscellare", "perculare", "sfrucugliare", ma a nessuno dei visitatori di LIA Law In Action fregherà un bel nulla dei miei gusti) ripenso al Dizionario Affettivo della lingua italiana edito da Fandango nel 2008 ed, in particolare, al lemma "brevità".

Il Dizionario Affettivo era uno splendido esperimento, un atipico monumento alla scrittura, con cui l'editore chiese a tanti narratori e poeti quale fosse la parola affettivamente più significativa e di renderle omaggio nella forma di una classica definizione da vocabolario. Vi partecipò anche il mio caro Amico Fabio Stassi.

Ebbene, la famosa scrittrice Francesca Duranti consegnò il lavoro più... breve scrivendo: "non usare mai due righe quando ne basta una". Fine. Gli altri autori dell'opera collettanea avevano riempito minimo una o due pagine.

La Dott.ssa Capecci era molto brava nel suo lavoro ed aveva doti per dirigere adeguatamente uno staff.

Per chi, però, fosse stato in grado di protendere antenne sensibili, era agevole percepire al volo i talenti extragiuridici dei quali Valentina era naturalmente dotata.

La Dott.ssa Capecci non poteva, dunque, fare ammuffire troppo a lungo la sceneggiatrice Valentina che l'abitava tra le scartoffie polverose di un palazzo di giustizia che sforna sentenze con movenze da bradipo.

Questione di destino e di daimon.

Provo un grande interesse per le parabole esistenziali, per le traiettorie che ad un certo punto prendono le vite degli individui "perché la vita e l'amore hanno il loro ritmo, irregolare e sbilenco, a cui manca sempre una battuta" direbbe Fabio Stassi.

Nessuno può mai essere separato dal proprio daimon perché perderebbe la propria anima.

Il destino è un ghiotto impiccione che allinea tutto, incontri, aspirazioni, sogni, premonizioni ed ha un suo scopo (ma perché mai il correttore automatico mi propone scoop?!) ben preciso.

Valentina è riuscita a toccare il suo daimon ed ha lasciato la Cancelleria.

Vale vale; fa strada, macina successi sia per il cinema che per la tv (Caterina e le sue figlie, la fiction con la compianta Virna Lisi, I Cesaroni, il Commissario Manara, tanto per menzionarne qualcuno) con la naturalezza con cui, con gesto originale e non convenzionale, ti riceveva nell'ufficio giudiziario.

Si cimenta anche con l'ebook ed allora si merita una recensione per la freschezza e l'immediatezza del registro linguistico di Lui è mio e lo rivoglio, che si può scaricare da Amazon (ove ha anche conquistato l'ambita top ten) da tutti gli altri web store a meno di due euro con i vari sistemi Kindle, kobo, I-pad, tablet, reader di lettura ecc...

La storia si dipana a mo' di sceneggiatura (è ovvio) con stile rapido e padronanza strabiliante negli esilaranti, goffi e sconclusionati tentativi di una brillante e caustica arredatrice, l'Arch. Claudia Clap, ostinatamente decisa a riconquistare l'uomo che l'ha lasciata, o per meglio dire "momentaneamente accantonata".

Coinvolge amiche, conoscenti, i colleghi di lavoro Ing. Ottavio Ravelli e Geom. Franco Scatozzini ed ignari malcapitati in una spirale di equivoci, situazioni imbarazzanti e gesti inconsulti.

Le conseguenze? Comicamente disastrose!

Ma quando tutto sembra perduto il destino (sempre lui!) spariglia le carte, riservandole un'inaspettata sorpresa.

Vale(-ntina) la pena di armeggiare un pochino per accaparrarsi questo bellissimo testo quale autostrenna per le Festività.

Buona lettura, buon divertimento, buon Anno 2015!

Lui è mio e lo rivoglio [Formato Kindle]
Valentina Capecci
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