Con sentenza del 9 Luglio scorso (n.15705/2014) la Corte di Cassazione si è espressa in merito ad un contenzioso sollevato da un lavoratore (un muratore) che stava eseguendo lavori in uno stabilimento e che, durante la pausa pranzo, è caduto da una delle impalcature che erano state montate nel cantiere.

A seguito di quella caduta, l'uomo aveva riportato un'invalidità temporanea assoluta oltre che danni di natura permanente. In seguito aveva fatto richiesta all'INAIL per ottenere l'indennizzo per i danni che erano stati la conseguenza dell'infortunio sul lavoro.

La dinamica dell'incidente, a seguito di quanto emerso dagli atti del processo, si sarebbe svolta in questo modo: l'uomo al momento del fatto era in pausa pranzo, e come era solito fare, stava consumando il suo pasto su un terrazzino, di fatto il solo luogo in cui fosse possibile sostare. Per raggiungere il terrazzino si sarebbe servito delle impalcature, aggrappandosi ai tubi. Così facendo però sarebbe scivolato e caduto su un tetto in eternit, e poi in strada.

Già nella sentenza di primo grado la richiesta di risarcimento del muratore è stata respinta, in quanto si è fatto rilevare che il lavoratore avrebbe dovuto servirsi di una botola, che costituiva un accesso sicuro, per raggiungere il terrazzino. La tesi bisognava tenere conto del fatto che in realtà la botola fosse molto distante dal luogo in cui si trova il terrazzino, non ha fatto breccia nei giudici di Piazza Cavour che hanno confermato la decisione di merito ribadendo che l'infortunio è stato causato da un comportamento scorretto del muratore, e non da condizioni di insufficiente sicurezza del cantiere.

Testo sentenza Cassazione 9 luglio 2014, n. 15705

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