L'abolizione della seconda rata dell'Imu sulle prime case non di lusso e sugli immobili agricoli strumentali porta con sé uno strascico di perplessità alla luce della norma che impone ai Comuni che per il 2013 hanno fissato aliquote superiori al quattro per mille o che si apprestano (il termine ultimo è fissato per il nove dicembre) a deliberare un aumento dell'aliquota rispetto a quella standard, di porre a carico dei proprietari-contribuenti metà della maggiorazione. La restante metà dell'extragettito sarà, invece, ristorata dallo Stato.

E così anche questa volta i cittadini dovranno rinunciare all'illusione di poter evitare il pagamento di questa imposta.

Il Pagamento dovrà essere fatto entro la metà del prossimo gennaio 2014.

L'impatto della disposizione contenuta nella legge di stabilità è tutt'altro che trascurabile posto che si stima siano almeno seicento i comuni italiani in cui le aliquote sono maggiorate rispetto all'aliquota standard e tra questi comuni si annoverano metropoli come Milano, Brescia e Napoli.

Altrettanto significativo è il fatto che il numero di contribuenti coinvolti che dovranno mettere mano al portafoglio all'inizio del nuovo anno si aggiri intorno ai cinque milioni. 

Dal mondo istituzionale e in particolare dai rappresentati degli enti locali sono state espresse severe critiche a quella che giornalisticamente è stata denominata la beffa o il caos dell'Imu. Numerosi sindaci hanno posto l'attenzione, da un lato, sulla necessità per i comuni di incrementare le aliquote in funzione dell'approvazione dei bilanci e per ottemperare agli obblighi di risanamento e, dall'altro lato, sulla volontà dell'Esecutivo di gravare Comuni e cittadini del costo della mancata copertura della seconda rata dell'Imu.


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