di Paolo M. Storani - Con un gomito rotto Mina Welby, dolcemente tetragona, sta proseguendo la sua battaglia, tra le tante che tentano di far progredire questo Paese, infortunata sì, ma mai doma; instancabile propulsore di iniziative, sostiene la nostra affezionata lettrice di queste rubrichette di Studio Cataldi che "se ogni politico si mettesse nei panni di un malato terminale, approverebbe la legge" sull'eutanasia.
Ma ora c'è il termine del 30 settembre prossimo ed è il rush finale per far firmare i dodici referendum con i pacchi da portare poi in Cassazione.
Stavolta, con quel gomito fratturato di cui mi parlava il 16 settembre scorso con la sua consueta dolcezza, occorre darle una mano ancor più forte.
E poi, la mail mi arriva ieri quando è quasi mezzanotte, Mina ci invita tutti a teatro!
Infatti, in collaborazione con l'associazione Teatri&Culture e con il sostegno dell'Associazione Luca Coscioni di cui è co-presidente proprio come lo era Piero, al Teatro di Via dei Conciatori il bravo Emanuele Vezzoli dirige ed interpreta un lavoro di Piero Welby, a cura di Francesco Lioce, Castelvecchi editore.
Si tratta - ne parlai su queste colonne il 30 aprile 2012 in un pezzullo - di un adattamento drammaturgico di Francesco Lioce e Luca Morricone, con movimenti scenici di Gabriella Borni, contributi audiovisivi di Francesco Andreotti e Livia Giunti, foto di scena di Luigi Catalano, disegno luci di Marco Zara; la direzione organizzativa è affidata a Carlo Dilonardo, mentre la direzione artistica è di Giorgio Taffon.
Sostiene Adriano Sofri che «Ocean Terminal non è l'opera di uno che sta morendo, non è un testamento. E' il diario di un uomo dalla passione e dal talento esuberante ...».
«Davvero uno spettacolo raro nel quale l'attore/regista Vezzoli riesce a comunicare delle emozioni collettive oggi quasi impossibili da trovare in giro. Spettacoli come questo fanno davvero bene alla salute. E' ciò di cui abbiamo bisogno. Lo consiglio a tutti» (Sergio Di Cori Modigliani, www.liberi-pensieri.info).
«Ocean Terminal dà sostanza a un monologo tutto salti e sbalzi che ricorda il Beckett di Malone muore. Ma qui, si muore davvero»:(Paolo Di Paolo, Gli Altri); «Ocean Terminal non parla di eutanasia, parla della vita, trasuda vita in ogni parola della drammaturgia e in ogni dettaglio della "messa in scena"»: (Francesca Paola Scannarello).
Per Info e contatti: Carlo Dilonardo / assoteaculture@gmail.com / (+39) 392.1505171; oceanterminal.blogspot.com / http://www.youtube.com/watch?v=8DBW2GDmlq4&hd=1.
Come si può mancare allo spettacolo in cui con l'attore-regista Emanuele Vezzoli recita l'umanità di Piergiorgio Welby? Ci ha insegnato che la vita è una parola astratta ed il vivere è molto più concreto.
Ah, Mina, persona che ti viene istintivo stringere forte, dimenticavo: debbo ricordarmi del gomito, altrimenti addio guarigione!
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