di Licia Albertazzi - Corte di Cassazione Civile, sezione prima, sentenza n. 19583 del 27 Agosto 2013. Nel caso in oggetto una madre ricorre al Tribunale dei Minori per veder riconosciuta la paternità naturale del ricorrente, con conseguente richiesta di condanna al versamento di assegno di mantenimento periodico a favore del figlio. Condannato in primo grado, il padre impugna la sentenza, la quale in appello viene parzialmente riformata (il giudice d'appello riesamina nel merito la quantificazione dell'assegno, diminuendolo). In secondo grado viene tuttavia confermato l'aggravio di condanna ex art. 96 c.p.c. sulla base della circostanza che la controparte avrebbe agito in causa dilatando intenzionalmente i tempi processuali, pur essendo evidente la relativa responsabilità. Ricorre l'interessato avverso tale pronuncia.

La Suprema Corte ha modo di enunciare i principi ed i caratteri dell'istituto della condanna per lite temeraria

, dandone compiuta definizione. "La responsabilità aggravata ex art. 96 Cpc integra una particolare forma di responsabilità processuale a carico della parte soccombente che abbia agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave e si atteggia diversamente a seconda dei gradi del giudizio". In particolare, "in primo grado essa è volta a sanzionare il merito di un'iniziativa giudiziaria avventata, nel secondo grado, regolato dal principio devolutivo, essa deve specificamente riferirsi alla pretestuosità dell'impugnazione". "In ogni caso presupposto della condanna al risarcimento dei danni a titolo di responsabilità aggravata per lite temeraria è la totale soccombenza, con la conseguenza che non può farsi luogo all'applicazione dell'art. 96 Cpc quando tale requisito non sussista.
La soccombenza va considerata in relazione all'esito del giudizio di appello, come si desume dal fatto che la condanna al risarcimento si aggiunge, secondo la previsione dell'art. 96 Cpc, alla condanna alle spese, la quale è correlata all'esito finale del giudizio".
Poiché il ricorrente né in primo, né in secondo grado era risultato totalmente soccombente, la condanna per lite temeraria va esclusa per carenza di presupposti. La Cassazione accoglie dunque questo specifico motivo di ricorso.

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