PENSIERI DIETRO GLI OCCHIALI DA SOLE (pensieri semiseri sotto il solleone). STAGIONE 2.

Al peggio non c'è mai fine. Ed al peggio nella politica purtroppo, rassegnamoci, non ce ne sarà forse mai. È storicamente provato. Pochi giorni fa mi illudevo che ci potesse essere un mondo senza frontiere e senza razzismo, ed eccolo lì il politicastro di turno a rompere il magico idillio.

Il vicepresidente del Senato (avete letto bene?), nonché Senatore (presente?), Calderoli si è dileggiato in uno dei suoi soliti scherzi leghisti e razzisti, dando alla Kyenge dell'orango. A parte il fatto che gli oranghi sono creature infinitamente belle -forse Calderoli non è neppure consapevole di ciò, purtroppo da noi l'accezione ha acquisito significato estremamente spregiativo. È diventato sinonimo di arretratezza culturale e ineleganza fisica, caratteristiche attribuite ottusamente agli abitanti del Congo. La Kyenge non mi pare rientri minimamente in questo quadro: è molto più acculturata di un italiano medio e mi pare dotata di eleganza e grazia sufficiente.

Detto ciò noi italiani dobbiamo solo che rabbrividire di fronte a simili insulti. Quando mai al govnatore dello Stato di New York Mario Cuomo, italo-americano, un antagonista si è permesso di dargli del "baffo mandolino pizza"? Mi stupisce invece che ancora nessuno si sia sbizzarrito con Calderoli, che in fatto di somiglianze a mondi animali (e non solo) non ha nulla da invidiare alla collega. Ma sono certa che a breve inizierà (se già non è accaduto) una bella corsa "a chi assomiglia a chi?" nella super-prolifica e veloce rete.

Il fatto cruciale è che forse, almeno questa volta, il senatore debba essere punito. Gliene sono state abbuonate troppe ormai, e la prossima potrebbe scatenare chissà quale altro Tsunami. Passi la maglietta con una scritta anti-islamica che ha fatto incazzare non poco la nostra allora amica Libia (correva l'anno 2006 e nessuna bomba ci ha annientato grazie forse all'intervento generoso delle gheddafine, ndr), ma già con il Porcellum il signore ha superato i limiti della decenza in maniera pericolosa. Ci ha regalato un Governo che ci ha resi inermi e insignificanti. Ed oltremodo poveri in canna. Solo per questo avrebbe dovuto essere mandato in esilio. Ecco sì, con alcuni politici re-istituirei questa pena. Così romantica da un lato, e così liberatoria dall'altro. Avremmo così orde di politici "profeti in nemo patria", una liberazionea mio parere.

Il problema è un altro però: chi se li prenderebbe? Russia? Cina? Sud America? Ho dei forti dubbi che persino paesi in cui la libertà di parola è un optional possano tollerare simili elementi; troppo eloquenti appunto!
Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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