MEDIAevo n. 26 di Paolo M. Storani - Non se ne può più! Periodicamente il nostro Parlamento tenta di limitare la libertà di espressione ponendo sanzioni e vincoli insopportabili ai gestori di siti internet. Lo ricordava con la consueta maestria, appena qualche settimana fa, Guido Scorza nel blog che tiene sul Fatto Quotidiano.it: "Ormai è diventato un autentico tormentone parlamentare che rimbalza dalla Camera al Senato e da un banco all'altro di Montecitorio e Palazzo Madama con frequenza quasi settimanale. Stiamo parlando della famigerata legge ammazza-internet attraverso la quale si vorrebbe estendere l'applicabilità dell'intera vecchia legge sulla stampa, quella datata 1948, a tutti i "siti internet aventi natura editoriale" il che vuol dire, più o meno, a tutti i siti internet giacché è pressoché impossibile stabilire quando ad un sito internet possa essere attribuita "natura editoriale".
Di solito il mix di questi progetti di legge è un orrendo miscuglio di ignoranza del tema, confusione e malafede, come ricordava l'illustre Collega molto esperto nella problematica.
Stavolta ci prova Salvo TORRISI del Pdl, già presidente dell'ordine degli avvocati di Catania, con una proposta di legge di cui riferisce la medesima testata web diretta dal grande gionalista d'inchiesta Peter Gomez. Vediamo di cosa si tratta. "Omesso controllo per tutte le testate online e anche per i commenti dei lettori ad ogni singolo articolo o post. E' questo il contenuto di un disegno di legge presentato il 2 luglio scorso dal deputato del Pdl Salvo Torrisi e che si è immediatamente guadagnato il nomignolo di "legge ammazza-blog". Qualora la normativa dovesse essere approvata, tutti i blog subirebbero serie ripercussioni, primo fra tutti quello di Beppe Grillo, di gran lunga il più letto in Italia. Ed è proprio dall'house organ del M5S che partono le accuse contro la norma.
"Che la nuova legge Ammazza blog sia pensata in primis per il blog di Beppe Grillo lo fa pensare lo stesso firmatario del disegno di legge, Salvo Torrisi del Pdl, quando spiega che ‘non c'è nessuna censura nei confronti dei 5 stelle. Ma internet non può continuare a essere il luogo virtuale dell'impunità" si legge sul sito dell'ex comico genovese". Escusatio non petita, accusatio manifesta? Prosegue il sito del Fatto Quotidiano: "Il reato di omesso controllo, fino a questo momento limitato alle testate giornalistiche e al loro direttore (o vicedirettore) responsabile - è scritto sul blog - sarebbe esteso a tutte le testate online, prendendo in considerazione anche i commenti a piede di ogni articolo o post. Proprio questo esplicito riferimento ai commenti fa pensare al blog di Grillo". La spiegazione è assai semplice: "Secondo il ddl, la responsabilità penale sarebbe a carico del gestore del sito o blog che non cancella entro 24 ore i commenti che possono ‘configurare la commissione di reati' - è il pensiero del leader M5S - Ovviamente, soprattutto per i siti molto seguiti è un lavoro praticamente impossibile. Basti pensare che, ogni giorno, ogni singolo post che appare sul blog di Beppe Grillo ha centinaia se non migliaia di commenti". Fonte il Fatto Quotidiano Online del 6 luglio 2013, accesso delle h.18.
Altri articoli di Paolo Storani | Law In Action | Diritti e Parole | MEDIAevo | Posta e risposta


Scrivi all'Avv. Paolo Storani
(Per la rubrica "Posta e Risposta")
» Lascia un commento in questa pagina
Civilista e penalista, dedito in particolare
alla materia della responsabilità civile
Rubrica Diritti e Parole di Paolo Storani   Diritti e Parole
   Paolo Storani
Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: