POSTA & RISPOSTA n. 374 - Grazie mille, carissimo Claudio, perché con la Tua sobria, ma bella e profonda lettera, spedita a Studio Cataldi l'11 giugno 2013 alle h.17:47, mi consenti di riattivare in modo decoroso questa rubrichetta di servizio che ho trascurato in modo indegno: è al palo dall'aprile scorso ...
Una frase continua a girarmi in testa di questi tempi, quella dell'economista keynesiano scomparso da Monte Mario (nel senso che dal 15 aprile 1987 non lo hanno più ritrovato anche se i suoi allievi hanno setacciato Roma nei giorni successivi) Federico Caffè che suona così: «Sciaguratamente al posto degli uomini abbiamo sostituito numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l'assillo dei libri contabili». Di recente, una settimana fa, l'ha ricordata Enrico Letta e non nascondo che mi abbia fatto un gran piacere come quando vedo che ai ragazzi piace Rino Gaetano, il cantautore urticante che se n'è andato troppo presto, lasciandoci orfani dei suoi testi ancora attualissimi, talvolta profetici.
Ho già blaterato troppo per non lasciarTi la parola illico et immediate.

"è vero, è tempo di riforme ...se con la nascita della terza repubblica si sente il bisogno di riformare la Costituzione italiana immaginate un po' il mondo del lavoro di cosa può avere bisogno!!
La verità è che il tessuto sociale si è evoluto cosi in fretta che non c'è stato il tempo di realizzare l'idea che tutto stava cambiando.
Oggi ci troviamo ad assistere inermi ad un cambiamento globale avvenuto forse cosi velocemente da coglierci impreparati.
Il mondo del lavoro ha bisogno di essere reinterpretato, serve elaborare un nuovo concetto di lavoro.
E mentre la disoccupazione schiaccia la crescita economica (per ogni nuova attività che nasce ne chiudono tre) nessuno si occupa di noi ...non dobbiamo sorprenderci che a Roma la metà delle persone non ha votato... piuttosto, cosa fare per riacquistare la fiducia delle persone che non credono più in niente e nessuno???
La nazione ha bisogno di un leader, di qualcuno in cui credere, deve sentirsi parte di un progetto, ha bisogno di sentirsi fiero di essere ITALIANO".

Ogni volta che dalle nostre parti un leader alza la testa, si becca una randellata: lo relegano a fare il Sindaco da qualche parte, quello magari vince le primarie contro la cricca e allora lo impacchettano per il Parlamento Europeo; si atteggiano a censori, "non può fare questo, non può fare quello", perché in verità è la mediocrità che lor Signori del Potere eterno preferiscono.
Così possono ritagliarsi nuovi spazi per eternare i loro feudi di bracconaggio.
Sono sempre gli stessi, l'unica novità è che Franceschini si è fatto crescere la barba e Schifani s'è tagliato, qualche tempo fa, il riporto; e Francesco Boccia, persona preparata e disponibile al confronto, uno che si interessa dei problemi concreti della gente, che ho avuto occasione di conoscere in Parlamento in occasione di un congresso (entrambi relatori), cerca di tracciare la linea economica di un Governo dalle larghe intese; ma anche i giovani presentabili come Letta jr., alla mano e di modi semplici, sembrano vecchi decrepiti. Sono le idee sfarinate, i neuroni che mirano soltanto alla conservazione.
Si compete al ribasso, in nome del mal comune mezzo gaudio!
Novità è forse Josefa Idem?
Ho avanti ai miei occhi una fotonotizia pubblicata a pag. 9) della versione in edicola oggi, 23 giugno 2013, de Il Corriere della Sera: conferenza stampa a Palazzo Chigi di un Ministro in carica di un Dicastero simbolico come le Pari Opportunità che si porta dietro l'avvocato!!!
E così la fa da involontario protagonista l'avv. Luca Di Raimondo che deve affiancare la sua assistita, onusta di gloria sportiva (e, quindi, carica di responsabilità perché deve dare l'esempio).
La tesi di fondo della Idem si innesta nel solco ben noto dell'A MIA INSAPUTA, inaugurata dall'ex Ministro Claudio Scajola.
Scrive Gad Lerner su La Repubblica di stamani (pag. 28): "Spiace rilevare che Josefa Idem, forse inconsapevolmente, si sia adeguata a un vezzo già fin troppo diffuso nella classe dirigente italiana: distorcere per convenienza il concetto di reputazione. Fra i protagonisti della nostra politica c'è chi rivendica il diritto di venire assolto dalle proprie colpe in quanto detentore di un forte consenso elettorale, lo sappiamo bene. Ci manca solo che adesso un membro del governo strumentalizzi a fini attenuanti le sue performance agonistiche. Non la canoista (n.d.r. = ha un carnet di più di trenta medaglie per l'Italia con la partecipazione a ben otto Olimpiadi, ma quel palmares è un aggravante e non una scusante: apre tutte le porte ...giuste, i contratti degli sponsor, dei media, rende facile la vita ecc...) è sottoposta a giudizio pubblico, bensì la ministra di un governo che rivendica fra le sue priorità la lotta contro la piaga dell'evasione e dell'elusione fiscale"; al solito, grande Gad!
Ricordo, fonte il medesimo Corriere della Sera di stamani, 23.6.2013, che a Josefa Idem viene contestato dal Comune di Santerno, Ravenna, di non aver pagato le tasse sino al febbraio 2013 in quanto residente nella casa-palestra; il marito e la famiglia risiedevano in un'altra casa a pochi metri di distanza e ciò le consentiva di pagare meno tasse sugli immobili perché con due "prime" case "non hanno corrisposto l'ICI per gli anni 2008 al 2011, fruendo dell'esenzione"; all'inizio di giugno 2013 ha regolarizzato la propria posizione sull'IMU. Altra parte del caso concerne i permessi della palestra e la destinazione d'uso dello stabile: su tale fronte sono state mosse accuse di possibili abusi edilizi e di mancanza di autorizzazioni. Si è attivata, anche soltanto per attività di natura conoscitiva, la Procura della Repubblica di Ravenna. Pleonastico sottolineare che non si dimette da ministro per rispetto della volontà degli elettori: ma se costoro avessero saputo l'avrebbero votata egualmente?
La cosa che mi ha spinto a dedicare queste quattro righe a Josefa Idem, bellissima figura di atleta e di donna, è che abbia dichiarato: "in Germania nessuno si sarebbe dimesso per una cosa simile". Ma cosa crede che siamo venuti giù dai monti ...
Ebbene, qui, proprio in questo passo, 'sta solida teutonica dimostra un'arroganza tipicamente italica: mi limito a ricordare -dati di fatto recenti - che in Germania a) il Presidente della Repubblica Christian Wulff s'è dimesso per un'accusa di finanziamento a tasso agevolato e b) un ministro s'è dimesso per aver copiato dal web una sezione del suo dottorato di ricerca; Wulff ha dichiarato di lasciare l'incarico a capo della locomotiva d'Europa di fronte alla "fiducia incrinata" dei cittadini in un momento così delicato per la Germania e per l'economia europea; se Josefa Idem non s'è ancora dimessa, è già troppo tardi per farlo. Gli Inquilini di Palazzo Chigi e del Colle (la Idem ha giurato nelle mani del Capo dello Stato) adottino con urgenza le determinazioni conseguenti.
Grazie per l'aria fresca che hai fatto entrare, caro Claudio; e torna a scriverci! Presto possibilmente.
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