Via libera dalla Cassazione ad espressioni offensive nei confronti di chi fa politica. Secondo gli Ermellini alcune espressioni pur risultando 'pungenti' debbono considerarsi ammissibili se rivolte ad un uomo politico.
Si può dare ad esempio del "dilettante allo sbaraglio' o del "giocoliere" o ancora della "turista della politica" al proprio avversario senza per questo commettere alcun reato.

Secondo la Corte è normale quando si deve criticare l'operato di un politico l'utilizzo di espressioni suggestive a forte impatto emotivo anche se queste possono risultare oggettivamente offensive. Ciò che conta è che le offese non trasmodino "in gratuita ed immotivata aggressione alla sfera privata del destinatario e non ne attinga l'onore, il decoro e la reputazione, che sono beni giuridici personali, tuttavia non vulnerati quando le espressioni adoperate investono una sua scelta politica".

Il chiarimento arriva dalla quinta sezione penale della Corte (sentenza n.7421/2013) che ha confermato l'assoluzione di un sindaco e di un consigliere provinciale dall'accusa di diffamazione a mezzo stampa. I due erano stati  querelati per aver apostrofato con ironia e con espressioni di quel tipo un consigliere regionale.

Nel caso di specie secondo la corte con quelle espressioni si è semplicemente fatta una critica politica ma non ci sono stati significativi attacchi alla sfera morale della persona "essendo messa in discussione non gia' la dignita' ma la professionalita' nell'esercizio di un ruolo politico".

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