Il posto di lavoro può essere ricco di sorprese di ogni tipo, furti inclusi. Ma non da parte di estranei al luogo di lavoro, bensì dai colleghi stessi. Per fortuna datori di lavoro e giustizia provvedono a mantenere il concetto di rispetto del prossimo (e dell'altrui proprietà), sanzionando e punendo i responsabili. Che rischiano il licenziamento in tronco.

La Sezione Lavoro della Cassazione, con sentenza 1814/2013, ha respinto il ricorso di Marco M. che nell'agosto 2006 era stato licenziato da una società di Forlì "per motivi disciplinari". E cioè per avere sottratto uno zainetto ad un collega. Il lavoratore, una volta colto in fallo, si era difeso spiegando come lo zainetto fosse stato abbandonato, e che quindi ai trattasse di semplice appropriazione indebita di oggetti smarriti. Strada ritentata anche con il ricorso in Cassazione.

La Suprema Corte però ha convalidato la decisione della Corte d'appello di Bologna del gennaio 2010, anche sulla base del fatto che il dipendente dopo il furto aveva tentato di "impedire il pieno accertamento dei fatti e delle sue responsabilità". Gli ermellini nel confermare il licenziamento di Marco M. hanno ricordato che "ai fini della valutazione di proporzionalita'" dell'espulsione "non appare decisiva l'assenza di danno patrimoniale per la societa'".

La Cassazione è chiara nel sottolineare come in un caso come questo, al di là del valore del bene sottratto, è l'atto in sé che "incrina il rapporto di fiducia" tra lavoratore e azienda, così da legittimare la massima sanzione prevista.

Per stabilire se i fatti addebitati al lavoratore siano o meno "giusta causa di licenziamento si deve tenere conto dell'incidenza del fatto sul particolare rapporto fiduciario che lega il datore di lavoro e il lavoratore, delle esigenze poste dall'organizzazione produttiva e delle finalita' delle regole di disciplina postulate da questa organizzazione". Ne consegue che "un fatto costituente reato contro il patrimonio, ancorche' determinato da un danno patrimoniale di speciale tenuità, alla stregua della legge penale, può essere considerato di notevole gravità nel diverso ambito del rapporto di lavoro, tenuto conto della natura del fatto, della sua sintomaticità e delle finalità della regola violata".

Allora cari lettori, mai farsi tentare anche da una semplice matita "trovata" sul posto di lavoro. A meno che si possa dimostrare di essere cleptomani.

Barbara LG Sordi
Email barbaralgsordi@gmail.it

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