La crisi di Governo, con lo scioglimento anticipato delle camere, potrebbe mettere a rischio la riforma forense così come l'approvazione delle misure alternative al carcere e le modifiche alla legge diffamazione a mezzo stampa.
Si tratta di provvedimenti che molto probabilmente non arriveranno ad un'approvazione definitiva.

Martedì scorso alla Camera era stato dato il via libera al disegno di legge sulle misure alternative al carcere che era poi passato all'esame della commissione giustizia del Senato.
Si trattava di un provvedimento diretto fronteggiare l'emergenza carceri e in relazione al quale  lo stesso presidente della commissione giustizia del Senato aveva garantito il suo impegno ad accelerarne l'iter di approvazione definitiva. Bisogna solo vedere se ciò sarà possibile nel poco tempo rimasto a disposizione

Sono due i principali contenuti del disegno di legge:
a) l'utilizzo degli arresti domiciliari come pena che il giudice può irrogare per alcuni reati direttamente con la sentenza;
b) la "messa in prova", senza l'ingresso in carcere. Un istituto già utilizzato dalla giustizia minorile che prevede una serie di prestazioni tra cui alcune attività lavorative di pubblica utilità. Una misura che può dare luogo alla sospensione del processo e all'estinzione del reato.

Naturalmente si tratta di misure destinate a quei delitti che non destano allarme sociale e che sono punite con pene fino a un massimo di quattro anni di reclusione.

Il disegno di legge prevede anche la misura della sospensione del processo per gli imputati che risultano irreperibili.

Per quanto riguarda la riforma forense era già stata prevista una calendarizzazione in Aula tra il 18 e il 21 dicembre ma dato che ora ci si dovrà occupare della legge di stabilità è possibile che anche in questo caso il provvedimento resterà bloccato.

La riforma doveva  introdurre misure dirette a disciplinare i rapporti, anche economici, tra avvocato e cliente, dare il via libera alla costituzione di societa' di capitali tra avvocati senza soci esterni, introdurre l'obbligo di assicurazione per la responsabilità civile, prevedere delle "quote rosa" nelle elezioni dei consigli dell'ordine e del Consiglio Nazionale Forense.

Stessa sorte si prevede per il disegno di legge di riforma della diffamazione a mezzo stampa il cui iter era apparso si da subito complesso e da più parti contestato.

Intanto, secondo le intenzioni del Ministro, resterà in piedi fino a fine legislatura la commissione per lo studio di una riforma della prescrizione e della depenalizzazione.

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