Barbara LG Sordi ha impreziosito le colonne di Studio Cataldi con i suoi articoli pregevoli di forma e ricchi di sostanza, e le sono grato perché il brio che trasmette ha contribuito a cospargere balsamo sulla mia mestizia di questi mesi: mia moglie, il padre di lei, l'adorata zia Giuliana ed io siamo stati alle prese con una grave patologia familiare (di mia suocera Lia) che ci ha tenuti a stretto contatto con ospedali, trattamenti sanitari ed antitumorali talora peggiori del male (ma questi sono gli strumenti dei quali disponiamo), attese infinite, diurne e notturne, improvvisi ricoveri, corse notturne con il cuore in gola dietro ambulanze, verso reparti di terapia intensiva. Vane speranze, atroci delusioni, pietose bugie perché il malato non deve mai perdere il lumicino della speranza. Il corpo della persona cara trasformato in un martoriato Afghanistan, in una violentata Baghdad, sino allo strazio dell'agonia nel commiato del 30 ottobre 2012.
Ho rivissuto situazioni che ben conoscevo, ho riavvolto pellicole di film già visti per familiari e per amici/conoscenti. Ho ripensato al mio breve carteggio con Corrado Sannucci, il caro giornalista (oltre che ingegno proteiforme) di Repubblica che da qualche anno non è più (brutto mese ottobre, era il 2009). L'Uomo coraggioso che aveva incontrato la brutta bestia. Se avete la forza, leggete "A parte il cancro tutto bene: io e la mia famiglia contro il male", edito da Mondadori nel 2008.
Barbara Sordi il 29 novembre 2012, con l'articolo "Vivisezione alle superiori? No grazie!", si è occupata di una storiaccia che ben conosco e della coraggiosa condanna per i reati di cui agli articoli 544 bis e ter del Codice Penale inflitta dalla Dott.ssa Valentina Boroni della Terza Sezione del Tribunale Penale di Milano a chi ha procurato indicibili maltrattamenti ad un paio di conigli che erano sopravvissuti all'elettrocuzione ed al colpo in testa di chi glieli aveva procurati: tutto ciò "per scopi scientifici" perseguiti dal professore di biologia. Quando il docente si è trovato in classe e s'è accorto che due coniglietti erano sopravvissuti e davano chiari segni di vita, ha tentato in tutte le maniere di ucciderli, come ricordato lucidamente da Barbara, il tutto davanti agli studenti, alcuni dei quali minorenni. Seguiva la denuncia della LAV che si costituiva parte civile
nel processo penale a mezzo di una Collega mia Amica. E così, martedì scorso, il professore è stato condannato ad otto mesi di reclusione per i reati di maltrattamento ed uccisione di animali uniti dal vincolo della continuazione.
In tutti questi mesi ...ospedalizzati, siamo stati circondati dal conforto di una serie di animali, esseri senzienti che con noi hanno condiviso sentimenti, emozioni, dolori.
Mi giro tra le mani il bel libretto (edizioni Sonda) di Carlo Consiglio, intitolato "Divieto di caccia", sottotitolo "tutto quello che i cacciatori non vogliono farci sapere"; l'immagine in copertina ritrae un cacciatore che punta la sua doppietta verso un leprotto meraviglioso che disterà sì e no tre metri. Bella forza, bello sport! Si scorge, a favore di macchina fotografica, il fucile tra le orecchione beige.
Ripenso alla mia triste estate di cure praticate ad un maestoso uccello migratore ferito di passaggio; talora i migratori sono vittime di questi ...sportivi armati sino ai denti, che li impallinano o li spaventano, mandandoli a collidere contro ostacoli fissi. Oppure uccidono il partner di una coppia appena formata e pronta alla nidificazione, alla riproduzione, alla deposizione ed alla cova.
Per la patologia tumorale dobbiamo riconoscenza a medici, non semplici tecnici di protocolli, che sanno farsi carico non solo di quel dato oggettivo ch'è la patologia, ma anche di quel vissuto soggettivo ch'è la sofferenza del paziente e di chi vive con lui la malattia. Vorrei ricordarli tutti, ma in special modo chi ha avuto in cura con maggiore continuità la nostra Cara: il Dott. Umberto ed il Dott. Celestino unitamente al personale tutto dei reparti di Oncologia, Radioterapia e Cardiologia-UTIC. Vorrei che tutti i medici curassero sempre l'ammalato come se fosse un proprio caro; è un mio fortissimo desiderio. Vorrei che per i malati diventasse un diritto. E per il personale sanitario un dolce obbligo.
In questo periodo di tempo ho tratto lenimento da qualche fugace ma intenso raid: andavo a giocare con un coniglio nano, affettuoso e socievole, rinchiuso da mesi in una gabbia di un negozio di animali. La titolsre sa che adoro gli animali e avrebbe voluto farmene dono; avrebbe voluto che fossi io ad adottarlo; una signora, la 'proprietaria', lo aveva acquistato pagandolo bei soldi, ma poi le rodeva i fili della luce e lo ha riportato al negozio. Aveva il pelo soffice e lungo di colore bianco screziato di nero e mi ricordava nelle movenze una sontuosa gatta norvegese, Chicca, che qualche anno fa è venuta a vivere da noi ed è una strana simbiosi tra un gatto ed un cane, un ...cangatto: obbedisce ai richiami e dà l'impressione di comprendere il significato di alcune parole. Sa aprire le porte di casa dalla maniglia perché ha imparato da un'altra gatta, folle ed intelligentissima, che risponde al nome di Mariolina. Sapevo di non poterlo inserire in comunità perché sarebbe stato una facile preda: ricordate la favola della rana e dello scorpione? "E' la mia natura" rispose alla rana lo scorpione che l'aveva appena punta con il mortifero pungiglione. Inoltre, il coniglio nano è un animale molto delicato e non può neppure stare troppo esposto al sole. Ma io non lo potevo vedere più in quella gabbia; desideravo tanto che corresse libero. Lo proposi in adozione alla cugina di mia moglie, la cara ...naturalista Marina che vive con due splendidi figli (Francesco Saverio ed Alessio), due cavalle che stanno nel recinto al pascolo ed un nugolo di altri animali in un bosco umbro lontano dalla città. Risposta: "Carissimi ...che dire ...tutti questi messaggi su 'Conigliotto' mi danno una stretta al cuore. Ma seppure con gran dispiacere, devo declinare l'offerta. Per lui dovrei approntare una struttura apposita che possa garantirgli la sicurezza ...". Dalle parti di Marina vaga la volpe che ogni tanto va a far spesa; mi dispiacque quando uccise un galletto sprint che mia moglie chiamò "Smart". Ma Marina conosce come pochi i ritmi e le regole della natura ed accetta di buon grado che qualche gallina finisca in pasto alla splendida ed implacabile predatrice in pelliccia rossa. Poi, quando qualche giorno fa sono tornato a trovare il conigliotto, non c'era. Un attimo di smarrimento e poi ho gioito quando le addette al negozio mi hanno riferito che ora corre in libertà insieme ad altri quattro conigli nani. Forse ora anche la nostra cara Lia, finalmente libera da sonde, aghi, cerotti antidolorifici, farmaci tossici ed esami invasivi, passeggia serena nei prati dei Giusti leggendo i giornali ed i libri preferiti, ascoltando Paolo Conte e Giorgio Gaber, aprendo ogni tanto i siti sul suo iPad bianco, con la custodia color cammello, che aveva rinominato lo "scatolino".
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