E' 'impropria' la decisione del ministro della Giustizia, Roberto Castelli, di inviare gli ispettori ministeriali al Tribunale de L'Aquila dopo la sentenza che obbliga a rimuovere il crocifisso dalla scuola di Ofena. La denuncia arriva dalla giunta dell'Associazione nazionale magistrati, che in una nota contesta l'intervento del Guardasigilli nei confronti del provvedimento emanato la scorsa settimana dal giudice monocratico del capoluogo abruzzese. 'La questione di diritto affrontata dal Tribunale de L'Aquila, in un provvedimento che peraltro ha il carattere di provvisorieta' ed e' soggetto ai normali mezzi di impugnazione, si inserisce in un dibattito aperto nella dottrina e nella giurisprudenza', sottolineano i vertici dell'Anm. 'In questa situazione -aggiunge la giunta del 'sindacato
delle toghe'- l'iniziativa della ispezione ministeriale e' del tutto impropria, non potendo risolversi in altro che nella acquisizione del provvedimento giudiziario. Per l'annuncio con grande enfasi sulla stampa, l'azione del ministro in questo campo rischia ancora una volta -denuncia l'Anm- di porsi quale non ammissibile interferenza sulla giurisdizione'. Sulla vicenda del crocifisso di Ofena e' intervenuto oggi anche il vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, che ha definito 'sconcertante' la decisione del giudice de L'Aquila. Rispondendo durante il question time alla Camera ad una interrogazione del deputato forzista, Antonio Leone, il vicepremier ha citato le ultime dichiarazioni del capo dello Stato ed ha affermato: 'Togliere il crocefisso dalla nostre aule scolastiche costituisce, ad avviso del governo, una palese assurdita'. 'Desta particolare sconcerto l'ordinanza del giudice de L'Aquila', ribadisce Fini che avverte: 'E' giunto ad una inquietante conclusione, una decisione' che complica il processo di integrazione degli immigrati. Il leader di An ricorda le parole pronunciate su questo argomento del presidente della Repubblica
, Carlo Azeglio Ciampi: 'Sono parole che il governo fa proprie. Ciampi ha ricordato come Croce, uno dei piu' grandi filosofi e pensatori laici, abbia chiarito in un memorabile saggio i motivi per cui non possiamo non dirci cristiani. Il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato che il crocifisso e' il simbolo della nostra identita''. 'Si tratta di un provvedimento avventato -sottolinea Fini- che va in controtendenza rispetto all'orientamento in materia della giurisprudenza e della dottrina. Rischia di ingenerare un fenomeno di rigetto verso l'integrazione dei cittadini extracomunitari'.

Altri articoli che potrebbero interessarti:
In evidenza oggi: