Il 13 giugno ha avuto inizio RIO+ 20, ovvero la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, tenutasi nella capitale brasiliana Rio de Janeiro.

Anche il Ministro dell'Ambiente nostrano, Corrado Clini, ha partecipato alla conferenza come membro del Bureau in rappresentanza dell'Unione Europa: nel corso del suo intervento ha dichiarato la necessità di una convergenza su obiettivi comuni tra i paesi sviluppati e i "BRICS", ovvero Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, così che possano essere promesse collaborazioni nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione delle tecnologie "pulite", con l'obiettivo di ottenere una crescita sostenibile di tutte le economie.

"In questa prospettiva è cruciale il ruolo dell'Europa e delle imprese europee: l'Europa è oggi la piattaforma ideale per realizzare e sperimentare le tecnologie del futuro in partenariato con le economie emergenti", ha dichiarato Clini.

RIO+20, con l'avallo del Ministero dell'Ambiente, ospita un cosiddetto "Padiglione Italia", nel quale sono presentati materiali e tecnologie ecoefficienti; all'interno dello stesso vengono presentate le eccellenze italiane nel campo delle tecnologie ambientali ed energetiche, e nello stesso avranno luogo incontri tra imprese italiane e straniere, iniziando dal Brasile.

Non è tuttavia un contesto facile quello della conferenza RIO+20, poiché è sede di confronto tra diverse prospettive: i paesi sviluppati che vedono la "green economy" come uno strumento per uscire dalla crisi e assicurare sviluppo alle altre economie, i BRICS che anzi la vedono come un rischio per il proprio sviluppo per gli obiettivi e gli standard ambientali, e infine i paesi poveri che chiedono un aiuto reale per far fronte alla povertà senza mettere a repentaglio le risorse naturali.


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